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The Idol | Mohammed Assaf, i conflitti di Gaza e il coraggio di inseguire i sogni

Hany Abu-Assad porta sullo schermo la commovente storia piena di speranza del giovane cantante

the idol

MILANO – Per anni Gaza e il suo territorio sono stati (e sono ancora, purtroppo) lo scenario di duri e crudeli scontri, conflitti e guerriglie. Ma in mezzo alla distruzione e alla disperazione, nascono e crescono comunque i sogni e le speranze di tanti giovani e bambini. Uno di questi era Mohammed Assaf. La sua storia ha commosso il mondo arabo (ma non solo) ispirando tanti ragazzi come lui a inseguire i propri sogni nonostante tutto. Non solo, la parabola di Assaf ha ispirato anche un film diretto dal regista palestinese Hany Abu-Assad (ricordate Paradise Now?). Il film si chiama The Idol, con Qais Atallah, Hiba Atallah e Ahmed Qassim.

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Una scena di The Idol

Nato e cresciuto nella prigione urbana di Gaza, un luogo triste e sconsolato, distrutto dalla guerra e dai contrasti politici e religiosi, Mohammed ha sempre coltivato il sogno di fare musica. La sua famiglia era povera, come d’altronde tutte quelle che vivevano in quella zona, e durante l’occupazione e l’assedio da parte dei talebani aveva perso molti dei suoi amici, e alcuni dei suoi cari. Speranza e perseveranza sono ciò che gli ha permesso di andare avanti senza arrendersi, cantava ai matrimoni e guidava taxi pur di pagarsi gli studi universitari.

La fila per i provini in The Idol

Il suo sogno? Cantare all’Opera Hall del Cairo. I confini di Gaza erano ancora sigillati nel 2013 quando sentì in televisione che proprio in quella città si erano aperti i provini per Arab Idol – la versione araba di American Idol. Sfidando la sorte e rischiando la propria vita, Mohammed riuscì a scappare da Gaza e raggiungere la capitale egiziana. Da qui, si potrebbe dire che la sua storia è diventata leggenda. Commovendo e stupendo a ogni puntata del talent show, Mohammed è riuscito a vincere e a guadagnarsi così una carriera in quel mondo che tanto sognava.

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Il vero Mohammed Assaf, protagonista di The Idol, durante una performance

Il regista ha così ricordato il momento della sua vittoria: «La storia di Mohammed è una storia veramente incredibile, persino per uno come me, che tre settimane prima aveva vinto il premio Un Certain Regard al Festival di Cannes. Ero più galvanizzato per la vincita di Assaf che per il mio premio. Ero completamente assorto nella telecamera, nella piazza di Nazareth, insieme a altre migliaia di persone; nel momento della vittoria ho saltato e ho esultato come un bambino, penso di non aver provato quella frenesia per un bel po’ di tempo». E ha poi aggiunto: «Quando Ali Jafar mi ha proposto di dirigere la sua storia, mi è venuta la pelle d’oca e mi sono emozionato».

Una scena di The Idol

La storia di Mohammed Assaf è una storia di speranza. In un mondo di guerre civili, lotte ed estremismo, la sua passione e il suo coraggio hanno regalato ai telespettatori, il sorriso e la forza di dimenticare la guerra per un momento. Il giovane cantante si è trasformato in un simbolo di pace, la prova che a volte i sogni, anche nelle condizioni più svantaggiate possibili, possono comunque avverarsi: «Vedo The Idol come una sfida, una lotta e la voglia di sopravvivere anche a dure e a estreme circostanze. Ciò che è impossibile diventa possibile, chi proviene dal nulla supera tutte le difficoltà, sconfigge la povertà, l’oppressione e l’occupazione».

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Qui potete vedere il trailer di The Idol:

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