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L’Uomo dei Ghiacci – The Ice Road | Liam Neeson in un guilty pleasure inaspettato

A dirigere il film c’è Jonathan Hensleigh. Nel cast anche Laurence Fishburne. Dal 2 dicembre in sala

L'Uomo dei Ghiacci - The Ice Road
L'Uomo dei Ghiacci - The Ice Road

ROMA – Cercate un pop-corn-movie-da-divano? Bene: L’Uomo dei Ghiacchi – The Ice Road, storia di camionisti vecchie maniere, che corrono sul ghiaccio per sfuggire alla morte, fa decisamente al caso vostro. Poco importa se il film di Jonathan Hensleigh sia tanto prevedibile quanto deliziosamente divertente. Poco importa se le svolte sono quelle ormai consolidate in un certo cinema action; poco importa se i dialoghi sono ridondanti e il plot che corre rapido verso il finale: l’avvincente The Ice Road, in 108 minuti, è un film che copie egregiamente il suo lavoro, ovvero intrattenere e farci adorare un po’ Liam Neeson, last-action-hero dell’era cinematografica contemporanea.

the ice road
Liam Neeson è l’irlandese Mike

Già perché la trama di L’Uomo dei Ghiacchi – The Ice Road ruota attorno a Mike (Neeson, appunto), che risponde ad una richiesta urgente, quella di guidare un tir su un oceano di ghiaccio che, nemmeno a dirlo, si scioglie rapidamente. Il motivo? Salvare un gruppo di minatori rimasti bloccati a causa di un crollo di una miniera, al nord del Canada. Insieme a lui, nell’impresa rischiosa, ci sono l’organizzatore della squadra, Goldenrod (Laurence Fishburne); il fratello minore di Mike, Gurty (Marcus Thomas), un meccanico di prim’ordine; Tantoo (Amber Midthunder), colei che più di tutti prende la missione sul personale personale, dal momento che suo fratello è uno dei minatori in pericolo; e il classico ambiguo del gruppo, Varnay (Benjamin Walker).

La squadra di The Ice Road
La squadra di The Ice Road

Pensare che il film di Hensleigh (tra gli sceneggiatori di Die Hard e di Armageddon!) si rifà – con le dovute misure – alla vita dei camionisti che trasportano enormi carichi attraverso i laghi ghiacciati del Canada. Questo, di per sé, è già uno spunto interessante da cui partire per un film che, come detto, non insegue metafore o filosofia bensì punta tutto (ovvio) sulla pura spettacolarizzazione di una missione naturalmente impossibile: valanghe, guasti meccanici e il ghiaccio che scricchiola si contrappongono alla fisicità di Neeson, anti-eroe che tiene il volante di un film pronto a sbandare a più riprese, ma che alla fine porta a casa salva la pelle. Guilty pleasure inaspettato.

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Qui il trailer de L’Uomo ei Ghiacchi:

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