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Sylvester Stallone: «Tulsa King, l’importanza dell’umorismo e la fantasia come realtà»

Tra disciplina e improvvisazione: l’attore racconta la serie disponibile dal 25 dicembre su Paramount+

Sylvester Stallone
Sylvester Stallone, protagonista di Tulsa King

ROMA – «Il segreto è che lavorano sodo e hanno immaginazione. Questa è la cosa più difficile. La maggior parte delle persone non ha disciplina e loro combinano tutti questi elementi. Io stesso sono abbastanza disciplinato, quindi mi è piaciuto il processo. Quello che non mi aspettavo era quanto fosse difficile e veloce…». Sylvester Stallone racconta a Hot Corn com’è stato lavorare sul set di Tulsa King con il creatore Taylor Sheridan e lo showrunner Terence Winter. La serie, che segna il primo grande debutto dell’attore sul piccolo schermo, arriverà il 25 dicembre su Paramount+ (qui la nostra recensione) e vede Stallone interpretare Dwight “Il Generale” Manfredi. Un mafioso di New York che, dopo aver passato 25 anni in carcere, viene esiliato dal suo capo a Tulsa, Oklahoma, dove gli viene ordinato di aprire un negozio. Qui Dwight inizia a capire che quella che considerava la sua famiglia mafiosa non ha a cuore i suoi interessi. Ecco allora che Il Generale mette insieme un gruppo di individui improbabili per aiutarlo a creare un nuovo impero criminale. Nella nostra intervista con Sylvester Stallone abbiamo parlato anche dell’importanza dell’umorismo e dell’improvvisazione e di come per lui la realtà inizi sul set. «La mia realtà è la fantasia. Quando lascio un set cinematografico, non so cosa fare!».

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La video intervista a Sylvester Stallone è a cura di Manuela Santacatterina:

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