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L’estate della crescita: «La sfida di Summertime 2? Scoprire come si diventa adulti»

La nostra intervista ai registi Francesco Lagi e Marta Savina e allo sceneggiatore Enrico Audenino

Summertime 2
Francesco Lagi, Coco Rebecca Edogamhe e Alicia Ann Edogamhe

ROMA – «Quante cose possono succedere in un anno?». È da questa domanda che sono partiti Enrico Audenino, Francesco Lagi e Marta Savina, rispettivamente sceneggiatore e registi di Summertime, la serie originale Netflix che tornerà sulla piattaforma dal 3 giugno con la seconda stagione. Li abbiamo incontrati via Zoom per parlare di Summertime 2, nuovo capitolo che vede Summer e gli altri giovani protagonisti della serie confrontarsi con le prime ombre tipiche del passaggio dall’adolescenza all’età adulta, ma anche della sfida produttiva che hanno affrontato, tra Covid e casting virtuali, di famiglia, musica e aspirazioni per il futuro con una terza stagione già confermata…

Ludovico Tersigni e Andrea Lattanzi in una scena di Summertime 2

Come vi siete approcciati alla scrittura di Summertime 2?

«Abbiamo cercato di giocare un elemento identitario della serie: l’estate. È il contenitore della serie per tono, intrecci e per il tipo di storie che racconta. L’idea alla base è che l’estate succedono delle cose che sono, al tempo stesso, fondamentali e inutili. Per noi un elemento essenziale è stato l’ellissi. Abbiamo cercato di giocare con quella cosa complessa e goffa che è il rilascio delle informazioni. Volevamo che gli spettatori venissero a contatto con le novità che erano accadute ai nostri protagonisti in modo naturale e giocoso. Volevamo che gli elementi sentimentali fosse l’elemento sorpresa per gli spettatori». Enrico Audenino

La musica in Summertime ha un ruolo centrale. La scegliete già in fase di scrittura?

«Sì, il legame di Summer con la musica è molto forte già in fase di scrittura. È qualcosa che abbiamo deciso di raccontare dall’ideazione del personaggio. Anche questa seconda stagione è musicalmente molto connotata e le canzoni di Thony hanno un ruolo centrale. Un altro elemento che abbiamo sviluppato oltre a tutta la colonna sonora fatta di musica leggera italiana classica e di musica contemporanea che creano una contaminazione e un tentativo di racconto sonoro e musicale dell’attualità che circonda i personaggi». Francesco Lagi

Summertime 2
Francesco Lagi sul set di Summertime 2

In Summertime 2 raccontate anche il primo amore di Blue ma con dei toni diversi rispetto a quelli usati per gli altri personaggi…

«Ci è sembrato naturale proseguire la storia di Blue. Una storia molto interessante perché va a toccare il racconto di un primo amore estivo declinato in modo diverso dagli altri raccontati nella serie. È un modo più sfiorato, leggero, stralunato. I colori di quel personaggio sono preziosi per noi. È stato molto divertente iniziare ad esplorare i sentimenti di questa ragazza che vive l’amore in modo differente rispetto agli altri personaggi». Francesco Lagi

Summertime 2 come vi ha impegnato dal punto di vista produttivo?

«Girare durante l’estate del Covid ci ha portato a confrontarci con delle spiagge deserte. Le inquadrature dall’alto con i droni dovevano necessariamente essere orchestrate da noi così come quelle per le strade perché le persone indossavano le mascherine mentre noi avevamo deciso di raccontare un mondo preservato dalla pandemia. Un’altra sfida importante a livello produttivo è stata quella di affrontare le corse in moto perché quest’anno le abbiamo raccontate molto più da vicino. Una sfida che produttivamente ha impegnato tutti molto. Abbiamo collaborato con il CIV, abbiamo girato negli autodromi e c’è stato un dispiego tecnico di risorse produttive importante». Marta Savina

Thony in una scena di Summertime 2

E com’è stato lavorare con il casting virtuale che vi ha permesso di trovare Amparo Pinero Guirao, l’attrice che interpreta Lola?

«Il casting virtuale è stato sorprendente nel senso che sia io che Francesco eravamo terrorizzati all’idea di dover fare questi provini via Zoom. Ci sembrava completamente folle dover scegliere un attore senza mai vederlo. Poi penso che di necessità si fa virtù. Quando la pandemia ti impedisce di andare in Spagna o di far venire dalla Spagna un attore in qualche modo devi trovare la soluzione migliore. Diciamo che abbiamo trovato dei modi creativi e un po’ alternativi per sopperire a una mancanza che ci faceva molta paura. Quando Amparo è finalmente sbarcata a Marina di Ravenna eravamo tutti molto curiosi di vederla di persona ed è stato molto bello lavorare insieme. Non vorremmo mai che diventasse la norma però in caso di disastro globale come questa pandemia uno deve cavare le gambe in qualche modo!» Marta Savina

Uno dei punti di forza di Summertime è il racconto del rapporto genitori/figli che, rispetto ad altre teen drama, non nasconde le figure genitoriali…

«Sono specialmente Summer e Ale che portano avanti il racconto del rapporto con la famiglia. Per lei abbiamo quella che si potrebbe definire una famiglia disfunzionale, ma trattata con toni leggeri da commedia, mentre per Ale è centrale il rapporto con il padre. C’è venuto spontaneo andare in quella direzione lì perché raccontare i ragazzi senza la presenza dei genitori non ci sembrava realistico. Abbiamo sempre cercato di rintracciare dei parallelismi in questa storia come il rapporto tra Summer e sua madre Isabella, provare a giocare sul concetto di responsabilità, sull’idea di un rapporto conflittuale tra Ale e il padre. E in questa stagione in particolare abbiamo provato a lavorare tanto sui genitori di Summer e sulla loro storia sentimentale». Enrico Audenino

Summertime 2
Marta Savina, Andrea Lattanzi e Ludovico Tersigni sul set di Summertime 2

Cosa vi piacerebbe raccontare ancora dei ragazzi di Summertime?

«Ci piacerebbe vederli crescere, vedere come si evolvono, come imparano ad amare, a soffrire, a sopravvivere alle ferite delle loro estati. Osservarli nel modo più naturale possibile e vedere che tipo di vite hanno, capire cosa faranno una volta diventati davvero grandi. La sfida, estate dopo estate, è questa: capire come imparano a vivere e cosa sarà di loro quando saranno adulti». Francesco Lagi

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Qui potete vedere l’intervista a Coco Rebecca Edogamhe e Giovanni Maini:

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