LOS ANGELES – Nella Londra del 1940, durante una serie di bombardamenti voluti da Hitler per far capitolare l’Inghilterra, una madre decide di far evacuare il figlio di 9 anni per salvarlo. In quei giorni sta avvenendo il cosiddetto Blitz, la “guerra lampo” della Germania, durante la quale la capitale fu bombardata per 57 notti. Questo pezzo di storia è al centro di Blitz, scritto e diretto da Steve McQueen e ora su AppleTV+, il cui protagonista, George, interpretato da Elliott Heffernan, è ispirato ad una fotografia che ha catturato l’attenzione di McQueen all’Imperial War Museum di Londra: quella di un bambino con una valigia tra le mani, in procinto di essere sfollato alla stazione dei treni. «Molto spesso nei film di guerra si vedono uomini da qualche parte in Francia che si sparano. Io volevo mostrare i pilastri che tenevano in piedi la nazione durante la Seconda Guerra Mondiale: le persone comuni», racconta a Hot Corn il regista qui a Los Angeles. Nel cast, a vestire i panni di Rita, madre di George, c’è Saoirse Ronan e quelli del nonno il grande Paul Weller, alla prima prova cinematografica.

L’IDEA – «L’idea per Blitz mi è venuta pensando al cameratismo che ho provato quando sono stato in Iraq nel 2006 con le truppe del Regno Unito. È stata una situazione strana essere in una zona di guerra. Mi sono reso conto che la maggior parte di noi non conosce la guerra in maniera diretta ma solo in modo astratto, quasi grafico. La vediamo sullo schermo di un computer, in TV o su un giornale. Volevo portarla a casa delle persone per quello che è, portarla a un punto in cui si potesse vederla. E ho pensato che, in modo drammatico, lo avrei potuto fare attraverso il cinema. Questo è stato il punto di partenza. Poi mi è capitato di vedere la fotografia di un ragazzino che veniva evacuato, un giovane di colore. Mi sono rivisto in lui e ho voluto toglierlo da quell’astratto della guerra e portarlo nel cuore delle persone. Mi era successa una cosa simile con Hunger; il punto di partenza era stato il mio desiderio di mostrare cosa fosse lo sciopero della fame, di far conoscere la storia di Bobby Sands…».

IL CAST – «I personaggi di Rita (Saoirse Ronan), Gerald (Paul Weller) e George (Elliot Hefferman) erano coloro che dovevano affrontare le conseguenze di ciò che stava accadendo. Quindi si trattava di immergerli in quel contesto, per il quale loro stessi hanno fatto le loro ricerche, oltre ovviamente ad avergli spiegato in prima persona ciò che stava accadendo in quel momento. Penso che Saoirse abbia preso Elliott sotto la sua ala protettrice e questa sua attenzione è stata ricambiata attraverso una specie amicizia e di affetto, che è cresciuta e cresciuta e cresciuta. E poi quando Paul Weller è entrato nell’equazione, visto che Paul è un musicista e sa come ascoltare, è riuscito a dare spazio e a interagire con loro. Paul è un uomo estremamente gentile e collaborativo. Tutti e tre sono stati incredibili, ho assistito a una specie di festa dell’amore, perché hanno amato stare insieme, suonare insieme. Quindi è stato meraviglioso».

LONDRA – «Considero Blitz un’epopea britannica perché cattura un aspetto di Londra che non è mai stato vista prima. Ho riflettuto sul fatto che le metropolitane fossero state chiuse e che non fosse permesso di entrare e che la gente abbia lottato per entrarci. Mi ha ricordato la famosa frase di Winston Churchill quando aveva detto che non voleva che la gente si arrendesse (Never, never, ha give up, ndr). Infatti anche in merito alla scena dell’inondazione ne abbiamo discusso a lungo e alla fine mi sono convinto a girarla, perché sono tutti aspetti funzionali alla storia. Sono lì per mostrare la storia prima di tutto. Inoltre ho dovuto immergerla nella realtà, perché sapevo che la gente si sarebbe chiesta: Una Londra così diversa, è successo davvero? Dunque mi sono documentato sui fatti per avere accuratezza storica e quello che si vede nel film non è mai stato visto prima, perché a Londra è stato data un’immagine diversa da quello che era in realtà».

LE DONNE IN GUERRA – «Le donne sono state la spina dorsale del Paese durante la Seconda Guerra Mondiale. Ho voluto dargli spazio in un modo che non è mai stato fatto prima, perché metà dello sforzo bellico è stato fatto dalle donne. Quando si pensa alla guerra, non si pensa mai che possa essere un momento di liberazione, ma in realtà è stata un’occasione per le donne, che hanno scoperto di poter lavorare e guadagnare. Quando gli uomini sono tornati, le mogli non sono tornate alle faccende domestiche perché la loro emancipazione è iniziata proprio in quel periodo. Hanno capito la loro capacità di essere individui piuttosto che semplici lavoratrici domestiche».
RICERCA SUL BLITZ – «Ho collaborato molto con Joshua Levine, storico che ha scritto il libro La storia segreta del blitz. Mi sono recato all’Imperial War Museum dove ho scoperto che il centro di Londra era cosmopolita. Infine ho anche voluto incontrare le persone che sono state evacuate ed è stato triste. Si tratta di persone ormai novantenni, ma i loro ricordi sono vividi. È stato emozionante trascorrere insieme a uno dei sopravvissuti il suo compleanno, un signore che è stato evacuato e che ora ha 95 anni. Aveva sei anni all’epoca ed era uno dei ragazzini messi sul treno, dopo essere stato separato dalla sorella. Quando ne abbiamo parlato, gli sono venute le lacrime agli occhi, quindi immaginatevi che sono passati 89 anni fa e quest’uomo prova ancora lo strazio emotivo di essere stato separato da sua sorella».

SAOIRSE RONAN – «Il personaggio di Saoirse in Blitz si chiama Rita, è la capofamiglia in una certa misura e lavora in una fabbrica di munizioni. Ha affrontato la morte della madre, si occupa di due persone, suo figlio e suo padre. Inoltre sta affrontando il lutto del suo compagno. Non credo che si possa insegnare a recitare certe parti. È un dono. E Saoirse è interessante da guardare recitare anche se devo solo mangiare dei cereali. C’è una faccia che fa che è così normale, ma straordinaria. Nella scena in cui cammina verso la finestra prima di aprirla, guarda in alto e mette giù le chiavi… beh, anche solo il modo in cui ha appoggiato le chiavi è stata la perfezione. Sono quelle cose che gli artisti geniali sanno fare, che non si possono spiegare, ma sono giuste. Lo riconosci immediatamente. Da regista le riconosci e basta…».
- OPINIONI | Blitz, la recensione
- HOT CORN TV | Dietro le quinte del film con Saoirse Ronan:
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