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Spaccaossa | Selene Caramazza, l’esordio di Vincenzo Pirrotta e una parabola di dolore

Una storia vera, un dramma pasoliniano e una lezione di vita preziosa: Disponibile su RaiPlay

Selene Caramazza in una scena di Spaccaossa, opera prima di Vincenzo Pirrotta del 2022
Selene Caramazza in una scena di Spaccaossa, opera prima di Vincenzo Pirrotta del 2022

ROMA – In un magazzino di Palermo, un gruppo di persone frantuma con un trolley pieno di pesi il braccio di un uomo. Questa pratica è utilizzata da un’improvvisata organizzazione criminale che, dopo aver mutilato gli arti a vittime consenzienti, simula finti incidenti per riscuotere lauti indennizzi assicurativi. Vincenzo le recluta tra i miserabili che abitano le vie della città, le stesse in cui Luisa, è solita rifornirsi di crack. Ma i problemi di Vincenzo si acuiscono quando, per una serie di errori, si trova ai margini della banda e trova in Luisa la sua unica possibilità: la convince a farsi spaccare le ossa. Ovvero Spaccaossa, opera prima di e con Vincenzo Pirrotta e Selene Caramazza, Luigi Lo Cascio, Ninni Bruschetta, Aurora Quattrocchi, Simona Malato e Filippo Luna che parte da una terribile storia vera.

Vincenzo Pirrotta e Selene Caramazza in un momento del film
Vincenzo Pirrotta e Selene Caramazza in un momento del film

In termini ufficiali se n’è parlato negli anni sotto il nome di Operazione Tantalo. Un’azione di Polizia dell’agosto 2018 che ha visto le Forze dell’Ordine disarticolare due pericolosissime organizzazioni criminali – e con loro ben undici individui – dedite alle frodi assicurative – gli spaccaossa che danno poi il titolo all’omonimo film di Pirrotta per l’appunto – in uno strutturato (e spaventoso) sistema di frodi che metteva in scena finti sinistri stradali dove i soggetti lesionati figuravano come parti lese. Le vittime erano tutte persone disperate. Indigenti, disoccupati al limite della povertà, tossicodipendenti, alcolizzati, persone affette da ritardi psichici. La promessa illusoria dei lauti risarcimenti faceva il resto. Uno di loro, Francesco Mocciaro, è poi divenuto collaboratore di giustizia.

Spaccaossa di Vincenzo Pirrotta è stato presentato in anteprima mondiale alle Giornate degli Autori di Venezia 79
Spaccaossa di Vincenzo Pirrotta è stato presentato in anteprima mondiale alle Giornate degli Autori di Venezia 79

Una storia profondamente dolorosa, quella di Spaccaossa, che ha colpito talmente Pirrotta da arrivare a immortalarla a mezzo filmico: «La vicenda mi accompagna da quando la notizia di cronaca ha conquistato i miei pensieri assumendo le fattezze di un cancro da espellere. Per farlo, sentivo la necessità di raccontarlo. Sia perché avveniva a Palermo, la mia città, e poi perché man mano che mi addentravo nella storia, avvertivo la sensazione di compiere una discesa agli inferi. Mi colpì la storia della banda di delinquenti ma ancor di più̀ mi impressionò il mondo dei tormentati e afflitti che erano coinvolti e che venivano adescati; il più delle volte erano proprio loro a richiedere di farsi spaccare le ossa per motivi spesso futili o disperati».

Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta in una scena del film
Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta in una scena del film

Ambulanti, arrotini, donne delle pulizie, ludopatici, strozzini, tossici: individui senza arte né parte. Questi i protagonisti del mondo ai margini di Spaccaossa raccontato da Pirrotta con un occhio registico clinico che inanella immagini lucide, fredde e secche di vite spezzate che viaggiano in una Palermo diroccata, dolorosa – vestita da ballad – caotica e corale. Il capoluogo siciliano diventa così il teatro di una narrazione che è western urbano esistenziale popolato di alveari e polpi, iris fritte, stigghiola e biscotti al cioccolato, e carretti, pipe di crack e macchie di sangue che nemmeno la candeggina riesce a pulire. E di ossa rotte, soprattutto, quelle dello spaccaossa Vincenzo che Pirrotta si cuce addosso nelle sue stringenti semi-soggettive e che un’anima prova pure a ricostruirsela, ma semplicemente non ci riesce perché non può più.

Selene Caramazza in un momento di Spaccaossa
Selene Caramazza in un momento di Spaccaossa

Chi ci prova davvero, invece, è la Luisa di un’assolutamente straordinaria Caramazza che va di sottrazione con sprazzi di esplosività vitale e che vaga solitaria in quel mondo, costeggiandolo, senza prendervi parte. È spezzata Luisa. Per parafrasare una delle più potenti linee dialogiche dello script di Spaccaossa: la vita le ha già rotto le ossa senza darle niente in cambio. Sappiamo poco del suo passato ma ne vediamo i segni addosso nel corpo emaciato, nelle spigolosità caratteriali, negli occhi in cui leggerci dentro un intero mondo di dolore. Il bello di Luisa, però, è l’incredibile forza vitale che la spinge comunque, nonostante tutto, a mettersi in gioco, a provare ad avere una vita normale fatta di amore, fiducia, reciprocità e della gioia nelle piccole cose.

Un momento del film
Un momento del film

«Ci vuole poco per la serenità» dice lei stessa in uno dei momenti cruciali del racconto. Poi la devianza lacerante che come un morbo si espande e non fa prigionieri, le ossa rotte, cambia Luisa – si spegne lentamente – e con lei la flebile speranza serena che Spaccaossa (lo trovate su RaiPlay) stava donando ai suoi spettatori. Non può mai esserci un happy-ending in un film come questo perché non è una fiaba quella a cui Pirrotta e i suoi meravigliosi interpreti ci fa assistere. È uno spaccato di vita al limite di uomini al limite: è storia vera ma anche realtà attuale. A distanza di due anni dalle Giornate degli Autori di Venezia 79 in cui il film fu presentato, Spaccaossa fa (ancora) male e non smette di stupire. Vedetelo, ne varrà la pena.

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