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Sognando California: il grande volo

Valigie, biglietto e sogni: il diario della giornalista di Hot Corn in partenza per Hollywood

ROMA – Ci siamo, adesso si vola. Cosa si mette in valigia quando si è diretti nella terra della endless summer e non per una vacanza, ma per un consistente pezzo di futuro? Elementare: tutto ciò che negli anni è stato severamente e ripetutamente proibito nell’amata Londra, città d’adozione di chi scrive. E mentre lo sguardo si fa da ebete contemplando i 26 gradi fatti registrare a Los Angeles la settimana scorsa, viene da pensare a cosa significhi approdare in California proprio adesso, in queste giornate di fine gennaio. Adesso che Trump ha praticamente dichiarato guerra al Golden State, opponendosi alle leggi in difesa dell’ambiente, sull’immigrazione e la liberalizzazione della marijuana per scopi ricreativi. Perché, in fin dei conti, la California ha sempre fatto di testa propria, è un mondo a parte. Per molti è l’incarnazione dell’American Dream, un paradiso della cultura pop, ma non va dimenticato che spesso è anche stata terra di incubi, Rodney King e Charles Manson.

John Lennon, il cappellino di Hot Corn e ovviamente Yoda: la valigia della nostra inviata.

Controllo il passaporto e il biglietto Roma-LAX, infilo in valigia Yoda, le cuffie e Hotel California di Barney Hoskyns (sottotitolo: Cantautori e cowboys nei canyon di Los Angeles, 1967-1976)Poi però preferisco focalizzarmi su un’altra California, penso a Joni Mitchell e Neil Young, Charles Bukowski e John Fante, con il quale condividerò l’indirizzo di casa, a Bunker Hill. Hollywood, spalanca le porte: sta arrivando Artura Bandini. La guerra al sessismo sarà lunga e complessa ma approdare a Hollywood dopo lo scandalo Weinstein, nel momento in cui la consapevolezza sull’argomento è ai massimi livelli, quantomeno rincuora. Ogni giorno il banco degli imputati aumenta di posto, e perfino Timothée Chalamet, come Rebecca Hall e Griffin Newman, ha deciso di donare il compenso ricevuto per l’ultimo film di Woody Allen (A Rainy Day in New York) ad associazioni contro gli abusi sessuali. Mentre il mondo s’interroga se sia giusto fare o meno una distinzione tra l’artista e l’essere umano, ci sentiamo un po’ spaesati e con meno punti di riferimento.

A Fiumicino, aspettando il volo per Los Angeles

Eppure a me continua a sembrare cretino non godere di L.A. Confidential solo perché ci recita Kevin Spacey. Donne creative, diamoci da fare, è il momento di prendere Los Angeles! Città degli Angeli, città di demoni: «Zombie central» come la definiva Tom Hiddleston nella romance tra vampiri di Jim Jarmusch, Solo gli amanti sopravvivono. Eppure ce ne sono tante di Hollywood. Penso a Tangerine di Sean Baker, piccolo gioiello indipendente girato interamente su un iPhone 5s, che metteva in mostra la più cruda realtà delle bislacche subculture. Perché Los Angeles adora gli strambi, gli originali. Quale altra città, in fondo, avrebbe potuto accogliere il Drugo de Il Grande Lebowski? Guardo di nuovo le valigie, il cappellino di Hot Corn perso tra i vestiti, le troppe scarpe. Ci infilo pure ottocento filtri di té inglese. C’è tanto da fare e da scrivere laggiù e noi non vediamo l’ora.

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