ROMA – Un minuscolo frammento di brace, tenuto vivo. Una rabbia antica, covata per secoli, trasmessa di generazione in generazione. Da Zelinda ad Assunta, da Assunta a Icaro, cresce insieme al bambino che la porta con sé. Cresce e cresce. Un mare di rabbia che di colpo s’infrange. E non rimane più niente, niente di niente. Buio e silenzio, niente. Niente. Forse qualcosa, appena un puntino. Un minuscolo frammento di brace. Parte da qui Invelle, primo lungometraggio dell’animatore e illustratore Simone Massi vincitore del David di Donatello al Miglior Cortometraggio 2012 con Dell’ammazzare il maiale. Il film, presentato a Venezia 80 (vincitore del Premio Collaterale Carlo Lizzani) e riproposto ad Alice nella Città della Festa del Cinema di Roma, racconta la storia d’Italia attraverso tre generazioni e tre eventi drammatici: la prima guerra mondiale, il nazifascismo e gli anni del terrorismo. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la storia di Invelle e i riferimenti estetici della sua carriera.
- VIDEO | Qui per l’intervista integrale di Dario Cangemi:
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