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Silent Land | Il suono del silenzio, l’apatia del benessere e una parabola per l’Europa

Una coppia. La Sardegna. Un immigrato. Il debutto alla regia di Aga Woszczynska? Potentissimo

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Dobromir Dymecki e Agnieszka Żulewska in Silent Land.

MILANO – Il silenzio. È pervaso da silenzi e dal silenzio il film di Aga Woszczynska. Un silenzio che però nasconde – e allo stesso tempo analizza – una tragedia sotto gli occhi di tutti. La pellicola segna il debutto alla regia della regista polacca, con una co-produzione italo-polacca e un’ambientazione sulle meravigliose coste della Sardegna. La bellezza e il benessere dei protagonisti andrà però a scontrarsi con un’etica umana che (apparentemente?) stiamo perdendo. Adam (Dobromir Dymecki) e Anna (Agnieszka Żulewska), sono una coppia, a prima vista perfetta. Sia le loro figure – biondi, alti e magri – sia le loro vite sono perfette: una coppia affiatata, senza problemi di soldi, tanto da permettersi di affittare una lussuosa villa in Sardegna per le vacanze. Il loro viaggio dovrebbe essere al centro della storia, ma presto il soggiorno si trasforma nella loro distruzione.

Una scena di Silent Land di Aga Woszczynska

Quella distruzione diventa però anche emblema della deriva di un’intera società. Immersi nel silenzio, catturati dall’ipnotico mare, Adam e Anna iniziano infatti la loro vacanza con un problema: la piscina è vuota. In Sardegna c’è crisi per la mancanza d’acqua ma i due sono adamantini sulla questione: il proprietario deve ripararla perché nell’accordo era prevista. Non ci vuole molto: due giorni. L’indomani un operaio, immigrato, è già nel loro giardino a sistemarla. È qui Woszczynska dà prova di un enorme talento nella regia, composta di inquadrature geometriche, piani sequenza e silenzi che orchestra attorno all’incidente che poi attribuisce senso a tutto il film.

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Sul set di Silent Land: la piscina al centro del film.

Silent Land è un film sulla morte, ma anche un film sul capitalismo, sulle sue dinamiche che ci hanno ormai assorbito e sull’Europa, sull’apatia di una società ormai abituata a vedere la morte scorrere nei notiziari (ultimo evento quello di Pylos, in Grecia, con 500 dispersi in fondo al mare) e disabituata a reagire, a provare compassione. L’importante è che non tocchi la nostra esistenza. L’operaio perderà la vita nella piscina, arriverà la polizia che dovrebbe aprire un’indagine e interrogare Adam e Anna, gli unici presenti sulla scena. Ma la paura crescente che quella faccenda possa – in qualche modo – avere più risonanza del dovuto e così minare l’economia turistica dell’isola spaventando chi deve arrivare in vacanza ha la meglio su tutto. Ed ecco – ancora – il silenzio.

Anna e Adam nel loro silenzio.

Ci vuole quindi poco perché Anna e Adam vengano lasciati liberi, in mezzo all’indifferenza della popolazione locale. Il senso di colpa che inizia a mangiarli da dentro però non li lascerà così facilmente. Con Silent Land, Woszczynska mette in scena la tragedia umana, quella che scaturisce ogni qualvolta una vita considerata dalla società meno importante si spegne, che sia in Sardegna, per le strade di una città di notte o al largo delle coste del Mediterraneo. La storia messa in scena dalla regista analizza il compasso morale dei due protagonisti, ma la sua portata è universale. Una visione che è anche – e soprattutto – una riflessione…

  • VIDEO | Una clip di Silent Land:
  • VIDEO | Qui il trailer di Silent Land:

 

 

 

 

 

 

 

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