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Saela Davis e Anna Rose Holmer: «Noi, Emily Watson, l’Irlanda e il senso di Creature di Dio»

L’Irlanda, Paul Mescal, le donne e quella storia: le registe raccontano a Hot Corn il loro film

Creature di Dio
Saela Davis e Anna Rose Holmer, le registe di Creature di Dio.

MILANO – Una storia irlandese diretta da due registe di Brooklyn, una vicenda profondamente legata al territorio vista però attraverso lo sguardo di due autrici al loro primo film: Saela Davis e Anna Rose Holmer. Salite alla ribalta nel circuito dei festival con The Fits, presentato a Venezia nel 2015 ma diretto solo dalla Holmer (potete vedere il trailer qui), adesso debuttano con Creature di Dio – presentato a Cannes alla Quinzaine des Réalisateurs l’anno scorso e ora in sala – la loro visione della sceneggiatura di Shane Crowley, un potente racconto ambientato in un piccolo villaggio di pescatori irlandesi e centrato sul rapporto tra una madre, Aileen O’Hara (Emily Watson) e il figliol prodigo Brian (Paul Mescal) di ritorno dopo sette anni trascorsi in Australia. Abbiamo incontrato via Zoom le due registe per parlare della loro opera prima, ma non solo.

Creature di Dio.
Emily Watson e Paul Mescal. Il film è stato girato a Teelin, in Irlanda.

LA STORIA – «Da dove arriva la storia di Creature di Dio? Dalla produttrice del film, Fodhla Cronin O’Reilly: è stata lei per prima a pensare ad una vicenda che toccasse un villaggio irlandese e le vite dei suoi abitanti. Fodhla è cresciuta nella contea di Kerry, in un contesto molto vicino a quello che vedete nel film e sa di cosa parla quando ne parla, conosce bene la tipologia di persone che vivono lì e il modo in cui pensano. Lo sceneggiatore, Shane Crowley, ha poi scritto il film e Fodhla ci ha chiamato dopo aver visto The Fits. Voleva portare sullo schermo quel tipo di sensibilità nel raccontare i personaggi del film, voleva uno sguardo femminile per una storia che è profondamente femminile visto che i due ruoli centrali sono due donne: Aisleen, interpretata da Emily Watson, e Sarah, da Aislin Franciosi».

Creature di Dio
Paul Mescal, il figliol prodigo tornato dall’Australia.

LA MADRE – «Abbiamo sempre amato la vulnerabilità che Emily Watson è stata capace di regalare ai suoi personaggi nel corso della sua carriera, da Le onde del destino in poi, quindi per noi la madre doveva essere interpretata solo da lei. Avevamo bisogno di un’attrice che raccontasse l’interiorità di Aileen, questa madre combattuta tra l’amore per il figlio e il suo senso di giustizia. L’idea era anche di demolire l’archetipo di una madre costretta nel ruolo di spettatrice, sempre passiva e al margine, e così l’abbiamo posizionata proprio al centro di Creature di Dio. Lavorare con Emily sul set, giorno dopo giorno, per cercare di portare alla vita il personaggio di Aileen è stato davvero bellissimo, una collaborazione preziosa e unica…».

Segreti e bugie: Brian e Aislinn.

L’IRLANDA – «L’Irlanda è un personaggio di Creature di Dio, è evidente. Ha un peso, un volto, una precisa identità. Per questo abbiamo voluto stare lì prima di girare, per capire cosa significasse uscire di casa, sentire addosso il vento, avere nelle orecchie il suono del mare. Abbiamo trovato la location perfetta a a Teelin, nel Donegal, e lì abbiamo lavorato molto anche sulla luce con il direttore della fotografia, Chayse Irvin, parlando di riferimenti come L’amico americano di Wim Wenders e Leviathan di Andrey Zvyagintsev, ma sul set abbiamo anche parlato molto con Shane (Crowley, lo sceneggiatore, nda). Abbiamo lavorato alla sceneggiatura del film per oltre due anni, è stata un’esperienza molto intensa».

Creature di Dio
Paul Mescal e Emily Watson in un momento del film.

IL SET – «Prima che iniziassimo a girare, anche Emily Watson e Paul Mescal sono andati in Irlanda per imparare come si raccolgono le ostriche, per capire cosa significhi davvero stare lì con la schiena a pezzi. Un lavoro pesante che però li ha anche uniti molto, una condizione necessaria se volevamo risultassero credibili nel ruolo di madre e figlio agli occhi degli spettatori. Si crea un legame forte quando si lavora in modo così duro, tra barche, maree e freddo ed è servito anche a noi due per instaurare un rapporto di fiducia con la troupe e il cast».

Creature di Dio
Aislinn Franciosi, ovvero Sarah, in una scena del film.

LA VIOLENZA – «No, non si vede mai nel film quello che subisce Sarah, il personaggio di Aislinn Franciosi. Perché? Perché a noi non interessava mettere in scena la violenza sessuale, ci interessava sapere cosa provocava quel trauma in quella donna, come cambiava la sua esistenza. Le sue parole sono tutto quello che servono, non sono necessarie prove o immagini. Quella è la verità. Da questo punto di vista non abbiamo mai avuto nessun dubbio: la storia andava raccontata in quel modo».

  • OPINIONI | Creature di Dio e le onde del destino dell’Irlanda
  • VIDEO | Il trailer di Creature di Dio:

 

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