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La quattordicesima domenica del tempo ordinario | Pupi Avati e quel sogno perduto

Amore, musica, amicizia, anni e sogni: dopo Dante, il regista mette mano a ricordi e vita personale

La quattordicesima domenica del tempo ordinario
Lodo Guenzi in una scena de La quattordicesima domenica del tempo ordinario

ROMA – Bologna, anni Settanta. Marzio, Samuele e Sandra sono tre amici, ognuno con un sogno da realizzare. I due ragazzi fondano il gruppo I Leggenda e sognano il successo. Sandra invece aspira a diventare un’indossatrice. Qualche anno dopo, nella quattordicesima domenica del tempo ordinario, Marzio sposa Sandra mentre Samuele suona l’organo. Quella quattordicesima domenica diventa il titolo di una loro canzone, la sola incisa, la sola a passare in qualche radio locale. Poi, negli anni Novanta, succede qualcosa e trentacinque anni dopo arriva improvvisa una domanda: ma cosa ne è stato dei loro sogni? Dov’è finito quel tempo? Inizia da qui La quattordicesima domenica del tempo ordinario, nuovo film di Pupi Avati dopo l’opera su Dante, un film sull’inevitabile, ma non scontato, spegnimento dei sogni.

La quattordicesima domenica del tempo ordinario di Pupi Avati, al cinema dal 4 maggio 2023 grazie a Vision Distribution
Nick Russo e Lodo Guenzi in una scena del film.

Nel cast, ecco Lodo Guenzi e il suo doppio in età avanzata Gabriele Lavia, Camilla Ciraolo, Massimo Lopez, Nick Russo, Cesare Bocci e, non ultima, Edwige Fenech di nuovo al cinema addirittura sedici anni dopo il cameo che Eli Roth le regalò in Hostel II che a sua volta interruppe un digiuno lungo diciannove anni dal 1988, quando aveva girato Un delitto poco comune di Ruggero Deodato. «Un miracolo, davvero. Pupi mi ha raccontato la storia e il mio ruolo», ha spiegato l’attrice. «Di film ne ho fatti tanti, con ruoli bellissimi, ma questa era un’occasione che aspettavo da tempo in questa fase della mia vita».

Lodo Guenzi e Camilla Ciraolo in una scena de La quattordicesima domenica del tempo ordinario
Lodo Guenzi e Camilla Ciraolo

Ed è cinema Edwige Fenech, ma La quattordicesima domenica del tempo ordinario aggiunge un tassello al suo viaggio attoriale fatto di alti e bassi e la sua presenza inedita e magnetica, intensa, in un ruolo tragico come quello di Sandra, suggella perfettamente un’opera nostalgica, dolce ma disincantata. Un film sulla malinconia dei ricordi, sul percorso di vita, su sogni, sabotaggi ed errori, ma anche sulle scelte – giuste o sbagliate – che compiamo ogni giorno. Quelle basilari, vitali, tra la vita ordinaria e sicura del posto fisso, e quella artistica e creativa, rischiosa, che può rapidamente passare dalle luci di Sanremo agli antri bui di un programma di serie B in una televisione privata.

Gabriele Lavia ed Edwige Fenech in una scena de La quattordicesima domenica del tempo ordinario
Gabriele Lavia ed Edwige Fenech

Un conflitto ben reso dell’incontro-scontro delle auree caratteriali di Marzio (interpretato da Nick Russo e poi da un formidabile Massimo Lopez drammatico) e Samuele (equamente diviso da un grande Lavia e da un Lodo Guenzi in odore di consacrazione) lungo uno sviluppo temporale scandito da Avati da raffinate scelte di montaggio tra passato e presente che, al pari di Lei mi parla ancora, è ode d’amor perduto ma mai, davvero, dimenticato. Per un La quattordicesima domenica del tempo ordinario che apre e chiude sulle note di una suite musicale di un ispirato Sergio Cammariere alla colonna sonora, un chiosco di gelati come portale di sogni e di ricordi, e una parete blu come il mare. Un’opera personalissima per Avati, il cui titolo curioso, quasi wertmülleriano, rimanda ad un particolare periodo del calendario liturgico.

Gabriele Lavia in una scena del film
Gabriele Lavia

È quella domenica che segue la Quaresima e anticipa l’Avvento – quella tra la primavera e l’estate – in cui abitualmente ci si sposa, e in cui si è sposato proprio Avati con l’amore della sua vita, Amelia Turri: «La mia quattordicesima domenica del tempo ordinario è stata il 28 giugno 1964, il giorno più felice della mia vita. Un giorno speciale quello delle nostre nozze, un incontro che ha prodotto gioie e dolori, felicità e rammarico». Sì, esattamente come quello nelle vite di Marzio, Samuele e Sandra e di tutti noi, spettatori, capitati in momenti e bivi come questi almeno una volta, o forse più, nella vita. Un film che diventa una riflessione anche – e soprattutto – per chi è seduto in sala a guardare.

  • VIDEO | Pupi Avati, Fenech e Lavia raccontano il film
  • OPINIONI | Lei mi parla ancora, l’amore di Pupi Avati
  • VIDEO | Nick Russo, Ciraolo e Guenzi raccontano il film

Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

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