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Rossella Brescia: «Jastimari, il mio film e quella madre siciliana che lotta…»

Il nuovo film di Riccardo Cannella tra Sicilia, arbëreshe e legami di sangue…

Rossella Brescia è Teresa in Jastimari

ROMA – Un paesaggio selvaggio, una lingua antica e una storia universale di amore materno. Si è presentato così Jastimari, il nuovo film di Riccardo Cannella, che ha debuttato alla 71ª edizione del Taormina Film Festival. Girato interamente sui monti Nebrodi, con la fotografia firmata da Daniele Ciprì, il film vede tra i protagonisti Francesco Foti, Giorgio Colangeli e Rossella Brescia. Ed è proprio quest’ultima – volto noto della televisione ma qui alle prese con un’intensa prova d’attrice – ad aver sorpreso il pubblico nel ruolo di Teresa, una madre siciliana disposta a tutto pur di proteggere i suoi figli. L’abbiamo incontrata per farci raccontare l’esperienza di questo progetto coraggioso e profondamente radicato nella cultura e nell’identità del territorio.

Un’immagine del film

Rossella, come sei stata coinvolta in questo progetto?
Beh, forse questo dovreste chiederlo al regista. Evidentemente ha pensato a me per il ruolo di Teresa, una mamma siciliana che lotta per proteggere i suoi figli a tutti i costi. Forse per i miei colori e perché anch’io sono mamma.

Teresa è un personaggio che lavora molto di sguardi, oltre che con il verbale. Come ti sei preparata a questo ruolo?
Sai, gli sguardi sono relativi, nel senso che tu attore devi “sentire” quello che il personaggio prova. Nel mio caso, in quel periodo stavo anche attraversando un brutto periodo dal punto di vista personale, quindi forse sono riuscita a rendere meglio il personaggio di Teresa perché me la sentivo più vicina. La difficoltà maggiore della lavorazione è stata la temperatura esterna: un giorno faceva molto freddo, un altro caldo, quindi è stato abbastanza disagevole. E poi il fatto che il film sia tutto girato in “lingua” arbëreshe, che non è un dialetto ma un vero e proprio idioma. A volte mi veniva una battuta in italiano e chiedevo al regista di poterla lasciare così, ma lui… niente!

Che rapporto hai con la Sicilia, che nel film è quasi un personaggio?
È una terra che conosco bene – ci avevo già girato un altro film, anni fa – e dalla quale mi sento sempre accolta. Quella zona selvaggia dove abbiamo girato poi è poco conosciuta ma davvero affascinante e bellissima. Anzi, vi consiglio di visitarla: so che ci sono dei tour guidati.

INTERVISTE | Qui l’intervista a Tiziana Rocca, direttrice del Taormina Film Fest 

 

 

 

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