VENEZIA – Roger Waters e la politica. Una combinazione vincente che risuona nel documentario Us + Them di Sean Evans, con cui il frontman dei Pink Floyd ha collaborato anche per la realizzazione del concerto filmato. Un’opera che abbandona il taglio autobiografico del precedente Roger Waters the Wall, concentrandosi su di una dimensione più universale e legata alle problematiche sociali e contemporanee di oggi. È proprio di cambiamento, neo-fascimo, Salvini e Bolsonaro di cui il musicista parla, in un’invettiva piena di veemenza e cuore, che ricalca i concetti espressi nel doc e a cui Waters dà ancora più eco.

L’ITALIA «Matteo Salvini? Meno male che se ne è andato, per ora. In tutta Europa, ma direi nel mondo intero, sta ribollendo un fuoco fascista che ci catapulta in tempi difficili da attraversare. È come se l’establishment ci controllasse in maniera sempre maggiore, tenendoci a bada mentre distruggono il pianeta e tutti coloro che lo amano. Se le persone non si uniscono tra loro e non capiscono che bisogna collaborare, non rimarranno più risorse alle generazioni di domani».

IL BRASILE «Non si tratta della sola Europa, si tratta del mondo. Coloro che hanno votato Bolsonaro sono persone talmente oppresse e stufe della disparità che non hanno capito di aver votato il loro stesso nemico. Servono davvero istruzione e educazione per cogliere questo. Lula è il vero uomo del popolo di cui il Brasile avrebbe bisogno, colui che tenta realmente di ridistribuire il potere e le ricchezze in maniera ugualitaria. Ma, invece di seguire le sue idee, viene fatto processare».

IMMIGRAZIONE «Non posso dire di conoscere bene le dinamiche, ma di una cosa sono certo: non si tratta di persone che vengono nei nostri paesi per rubare, rapinare, stuprare, uccidere. Stiamo parlando di persone disperate. Disperatissime. Famiglie e individui che mettono a repentaglio la loro vita per poter solamente sopravvivere lontano dalla guerra. Perché è da quella che scappano. Bisogna ricordare che abbiamo un dovere nei loro confronti, visto che ci sono prove inconfutabili che, se ognuno controllasse il proprio codice genetico, si accorgerebbe che anni, anni, anni e anni addietro i loro antenati provenivano dall’Africa. Dobbiamo agire rimanendo uniti, andando contro questa guerra fatta solo per generare profitti».

I GIOVANI «La maggior parte della musica popolare è quasi del tutto senza significato, priva di contenuti. Per questo invito sempre le nuove generazioni ad approcciarsi a ciò che di meglio c’è nelle precedenti, con ad esempio la lettura di classici come 1984 o Il mondo nuovo. C’è, comunque, un’urgenza che gli adolescenti percepiscono, che li fa andare oltre lo schermo di uno smartphone. È cogliendo questo che possono ricollegarsi profondamente con gli altri, trovando così la vera gioia. Perché poi continuano ad ascoltarci? Perché i giovani sanno riconoscere quando gli viene detta la verità».

L’UNIVERSALE «Nel documentario di The Wall esplorano il rapporto con mio padre. I brani del doc trattavano di questo e costruivano la narrativa. Us + Them non tocca il personale, ma il politico. È tanto sociale quanto umanitario. Credo molto nei diritti dell’uomo e porto avanti questo tema da tutti gli anni della mia carriera. Per questa empatia che mi unisce ai miei fratelli e alle mie sorelle devo ringraziare sicuramente mia madre con il suo attivismo. Credo che questo film riesca ad esprimere il dolore che proviamo di fronte alla sofferenza degli altri».
- Venezia76 | Roger Waters, la politica e quel compleanno alla Mostra
Qui il trailer di Us + Them:
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