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Robert Blake, la caduta di Tony Baretta e quei colpi di fucile in un parcheggio

Il primo episodio di una serie di racconti sui misteri di Hollywood. Si comincia con Robert Blake

Robert Blake
Robert Blake e il suo fidato pappagallo in una puntata di Baretta.

Hot Corn Confidential è il primo episodio di una serie di racconti sui misteri di Hollywood. Si comincia con Robert Blake e il caso della morte della moglie, Bonny Lee Bakley, uccisa a colpi di fucile il 4 maggio del 2001 a Los Angeles. Accusato di uxoricidio e arrestato addirittura in diretta televisiva nel 2002, venne poi assolto, ma la sua immagine ne venne compromessa irrimediabilmente. Blake – che aveva iniziato a girare film da bambino con Stanlio e Ollio e Humphrey Bogart – è morto il 9 marzo. Aveva 89 anni.

L’ascesa e la caduta di Robert Blake.

Lascia che te lo dica, Charlie. Mi hanno portato via tutto. Tutto. Ogni dannata cosa. Cinquanta milioni di dollari. E poi immobili, obbligazioni, investimenti. Perfino il mio Emmy. Tutti i soldi che ho risparmiato e messo via. E non solo. La mia carriera, Charlie. La carriera più lunga di Hollywood. Da un piccolo mascalzone all’uomo misterioso in Strade perdute di David Lynch, da Il tesoro della Sierra Madre con Bogart alle puntate di Baretta. Quello ero io. La mia reputazione. E adesso non posso permettermi nulla. Guardo con invidia la ricchezza accumulata dagli altri, da quelli che ora fanno finta di non vedermi. Non posso nemmeno pagare le mie tasse. Non posso pagare i miei avvocati. Sono al verde. Vogliono anche i miei testicoli adesso. Per cosa? Per farci un paio di orecchini? Beh, possono averli. Non mi servono più. Sono nato dentro un cesso di Nutley, New Jersey, Charlie, e credo che ci morirò.

Robert Blake
Robert Blake in Baretta, che andò in onda dal 1975 al 1978.

Ma no, non sono mica arrabbiato, Charlie. Quei figli di puttana pensano di potermi fare arrabbiare, di farmi andare fuori di testa. Hanno un’altra idea adesso, una nuova teoria. Invece io gli sono grato. Sono grato che Dio nella sua onnipotente gentilezza mi abbia finalmente mostrato tutti quei cosiddetti amici stronzi leccapiedi, tutti quei protagonisti di terza mano con le loro fidanzate. E poi i produttori, registi e agenti. Attori di mezza tacca. Non erano davvero amici. Non erano davvero miei amici. Volevano tutti un dollaro da mettere in tasca, ma quando la merda colpiva il ventilatore, quei ragazzi non ti avrebbero prestato nemmeno un fottuto ombrello. Ho visto chi erano veramente, Charlie, e cosa volevano veramente. Almeno a questo è servito tutto questo casino.

In Perdutamente di Jean Negulesco, in cui Blake interpretava un giovane John Garfield.

Bonnie? Era una truffatrice. Su questo non ci possono essere dubbi. Guarda i mariti che ha avuto. Ma sai una cosa: la sua disonestà aveva una certa onestà. Se questo ha senso, Charlie. Capisci? L’ho incontrata in un locale jazz, aveva un bell’aspetto ed era semplice parlare con lei. Una grande ascoltatrice. Un sacco di divertimento. Ovviamente ha mentito su tutto e l’ho scoperto. In realtà non c’è nemmeno una grande storia da raccontare. Sposata nove volte. Bonnie Lee Bakley. Inseguiva gli uomini con i soldi. E andò avanti fino a quando la musica suonava. Era ossessionata per la fama e per le celebrità. Ha visto questo piccolo mascalzone, il piccolo Baretta, e ha pensato: “Bingo!” Ma avevo gli occhi aperti. Sapevo chi era. Le ho detto, ti sposerò, ma non vivrai mai a casa mia. Cosa sono? Fottutamente stupido. Anche con il bambino, fu un disastro finché non arrivò il test di paternità.

Robert Blake
Il piccolo Robert Blake con Bogart ne Il tesoro della Sierra Madre. Era il 1948.

Immagino di essere stato stupido, Charlie, sì, è vero. Ma questa città ti fa anche questo. Tutto va a rotoli nel momento in cui sembri arrivato in cima. E solo tu sai quanto è stata lunga. Sai che fu la mamma di Frank Sinatra a tirarmi fuori dalla pancia di mia madre per 15 dollari in una casa di merda nel New Jersey? Sì. Che inizio, eh? Cinque anni e sono già al cinema. Hai mai visto Il tesoro della Sierra Madre, Charlie? Ad un certo punto c’è un ragazzino messicano che cerca di vendere a Bogart un biglietto della lotteria e si becca un bicchiere d’acqua. Ecco, quello ero io. Potevo diventare messicano, indiano, africano. Non faceva alcuna differenza per me. Ho anche interpretato John Garfield da bambino. «In realtà la tua vita è una prova», mi disse il signor Garfield. «Solo la performance come attore è veramente reale». Ricordalo, Charlie, quando ti vengono a prendere in diretta televisiva e poi ti mettono in una cella del seminterrato e ti prendono anche i lacci delle scarpe per non farti impiccare. Ricordalo, Charlie.

Robert Blake
In un cult come Electra Glide di Jimmy Guercio, 1973.

Ma per un po’ sono stato lassù. Hollywood. Ho giocato a guardie e ladri. A cowboy e indiani. Hai mai visto A sangue freddo? Quello era buono. O Electra Glide di Jimmy Guercio? No? Dovresti. Oggi è considerato un classico. Hai mai sentito quella sul successo con mille padri, Charlie? Ogni stronzo vicino a quel film ne ha rivendicato un pezzo. Che dire adesso del fallimento di un bastardo? Non è verità? Ad un certo punto mi sono girato e c’era una nuvola di polvere dove c’erano i miei amici. Sono rimasto da solo. Ma Bonnie era fuori di testa. Pensava di essere seguita. Ma ora la gente mi dice: “Hey, perché avevi una pistola?” Perché ho sempre una fottuta pistola. Siamo andati a cena da Vitello. Era stato bello. Arriviamo alla macchina e mi rendo conto di aver lasciato la mia pistola nel ristorante. Vado a prenderla. Torno alla macchina e qualcuno l’aveva colpita. Alla testa. Sangue ovunque. Sapevo che se n’era andata. Lo sapevo. La polizia voleva un altro OJ Simpson. Eccomi qui.

L’ultimo film: per David Lynch in Strade perdute. Era il 1997.

Sì, Charlie, è vero. Non andavamo d’accordo. È stato un grosso errore. Ma ho divorziato. E se voglio ucciderla, beh, allora chiamo qualcuno che chiama qualcun’altro. Poi vado a Parigi e tutto accade mentre sono in un altro emisfero. No, non la porto nel mio ristorante preferito dove tutti mi conoscono e poi le sparo nel parcheggio, Charlie. Non ha un cazzo di senso. Nessuno. Eppure finisce tutto qui. Prima avevo una villa e ora ho un appartamento. Prima avevo soldi e ora ho debiti. Ero nei film, ero in TV, ero Baretta. Adesso fanno i video su YouTube sul mio caso. Ma vaffanculo, Charlie. Scrivo poesie sui muri con un pennarello. Scrivo di arcobaleni. Persone che cercano arcobaleni, che ci vivono dentro e poi capiscono che non è così. È una bella immagine, vero, Charlie? Ecco, fammi un favore adesso: sostituisci la parola arcobaleno con merda. Mi troverai lì.

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  • VIDEO | Robert Blake e l’ascesa del suo Baretta:

 

 

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