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Riders of Justice | Un grande Mads Mikkelsen e un film in bilico tra la farsa e il dramma

Un film divertente che sa offrire profondi scorci di malinconia. Lo trovate in streaming su CHILI

Riders of Justice
Riders of Justice

ROTTERDAM – Anders Thomas Jensen è tornato in grande forma dopo la sua commedia (violenta e assurda) del 2015, Men & Chicken. E qui ha creato una sorta di riunione di classe con i suoi Mads Mikkelsen, Nicolas Bro e Nikolaj Lie Kaas, protagonisti di Riders of Justice che, nonostante sia meno assurdo del suo film precedente, continua con la premessa di mettere insieme un gruppo di uomini all’opposto che finiscono per legarsi, con conseguenze violente e politicamente scorrette. Mikkelsen interpreta Markus, un soldato con la testa rasata e la barba lunga, dispiegato da qualche parte in Medio Oriente, che si sente dire di dover restare lì per altri tre mesi. Prima di arrivare a Markus, il film inizia a Tallin, dove una ragazza, Mathilde (Andrea Heick Gadeberg), sta per ricevere una bicicletta come regalo di Natale, venendo poi rubata.

Riders of Justice
Madds Mikkelsen è Markus in Riders of Justice

Questa piccola storia di fondo è la spina dorsale del film (che abbiamo visto al Festival di Rotterdam del 2019), poiché l’attenzione di Jensen è tutta sulla causalità, le correlazioni tra gli eventi e la casualità della vita che unisce i diversi esseri umani. A portare a termine questo tema ci sono Otto (Kaas) e Lennart (Lars Brygmann), entrambi licenziati dal loro lavoro dopo un anno di doppi turni. Un anno in cui scoprono che i ricchi guidano la Mercedes e i poveri guidano la Kia. Otto prende un treno per tornare a casa e offre il suo posto alla mamma di Mathilde. Peccato che la donna muore a casa di un incidente del treno (altra casualità?) così Ott e Lennart convincono Markus, che soffre di PTSD, che un un gruppo di estrema destra noto come Riders of Justice è responsabile dell’incidente sul treno. Le loro prove sono sufficienti per convincere l’uomo, che cerca disperatamente uno sfogo, di ottenere giustizia.

Riders of Justice
Una scena del film

Che Andres Thomas Jensen abbia preso questa storia e l’abbia trasformata in una commedia non è un’impresa da poco. Anche se non sempre riesce a farcela, ci sono molti momenti divertenti, soprattutto grazie al trio litigioso, appassionati di statistiche ma socialmente inetti. I tentativi di Lennart di fornire a Mathilde un aiuto psicologico sono particolarmente piacevoli e poi Jensen dà a ogni personaggio la ragione per soffrire e per cercare la redenzione oppure la vendetta. Tutti i protagonisti aiutano gli altri a far fronte ai loro traumi passati e presenti, creando una sorta di nucleo familiare incredibilmente premuroso.

La banda…

Nonostante lo slapstick, Jensen illumina domande serie su eventi apparentemente casuali e su come tutte le nostre azioni possono essere collegate agli altri. Esamina attentamente la violenza maschile, le sue cause e le sue conseguenze, pure se non è per tutti godere di una commedia che comprende così tante uccisioni e mutilazioni, per non parlare del trauma di Mathilde di assistere alla morte di sua madre. Ma il protagonista assoluto di Riders of Justice, come detto, è il tema della causalità, che viene inculcato spesso da quasi tutti i personaggi. In fondo, basta dire che Jensen non è per l’approccio sfumato e, nonostante i difetti, questo è un film divertente che sa offrire scorci di serietà, malinconia e dramma che fanno capolino dietro alla farsa.

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Qui una clip del film:

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