VENEZIA – «Non c’è possibilità di avanguardia senza tradizione. Trovo che questo film sia profondamente contemporaneo proprio in relazione al suo sguardo alle nostre radici di attori, radici linguistiche e radici di manifesto di quanto un artista debba essere libero sarcastico e all’avanguardia nel suo modo di concepire la propria arte. Trovo che la sua ipercontemporaneità sia proprio nel guardare al nostro passato e radici che non sono solo di noi campani perché Scarpetta appartiene alla nostra memoria collettiva italiana». Iaia Forte racconta così a Hot Corn la modernità di Eduardo Scarpetta e di Qui Rido Io, film diretto da Mario Martone e presentato in Concorso a Venezia 78. Un film che celebra il genio dell’attore e commediografo italiano interpretato da Toni Servillo mentre ne racconta anche il tumultuoso privato sentimentale. «Ha regalato se stesso», sottolinea Maria Nazionale, «Ma ha tenuto anche fortemente alla donna alla quale ha cercato di dare un valore. Sono donne moderne quelle che raccontiamo».
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La video intervista per Qui Rido Io è a cura di Manuela Santacatterina:
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