LA MADDALENA – Centodieci film tratti da sceneggiature e soggetti selezionati, da L’uomo in più di Paolo Sorrentino a Marrakech Express passando per I Cento Passi, 3 webseries, 10 corti e 3 pilot per serie tv. Questo il ricco bilancio di trentacinque anni di Premio Solinas, appuntamento imperdibile per gli sceneggiatori italiani, nato nel 1985 su iniziativa di Felice Laudadio, Franco Cristaldi e il supporto di Gian Maria Volonté per rendere omaggio a uno dei maggiori scrittori di cinema del nostro Paese: Franco Solinas. Scomparso nel 1982, fu autore non solo de La battaglia di Algeri, Kapò, Queimada, L’Amerikano di Costa-Gavras (capolavoro dimenticato) e Mr. Klein di Joseph Losey, ma anche di molte battaglie a difesa dei diritti di chi scrive. Abbiamo incontrato la direttrice artistica del premio, Annamaria Granatello, nel fermento della nuova edizione (23-27 settembre, Isola de La Maddalena), da lei fortemente voluta in presenza, malgrado le restrizioni del Covid. Ecco la sua visione. Con un occhio al passato, uno al futuro.

TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE – «Dopo trentacinque anni abbiamo mantenuto lo spirito della prima edizione, che vedeva tra i giurati Suso Cecchi d’Amico, Furio Scarpelli, Age, Luigi Magni, e poi Nanny Loy e Gillo Pontecorvo, il parterre de roi della sceneggiatura italiana, che si mettevano al servizio del cinema italiano e valutavano gli scrittori con la passione e l’ orgoglio di scoprire nuovi talenti. Nel corso del tempo poi abbiamo aggiunto nuove sezioni per aprirci ai nuovi linguaggi e mercati come il Premio Solinas Documentario per il Cinema, La bottega delle webseries in collaborazione con RAI FICTION e l’Experimenta Serie: concorso per selezionare e sviluppare progetti innovativi di serie della durata di 25 minuti. Ma nonostante la modernità conserviamo lo stesso entusiasmo e senso di responsabilità dei grandi maestri di allora».

GLI ARTIGIANI DELLE IDEE – «Il Premio Solinas in realtà è attivo tutto l’anno, non solo in questi giorni. Siamo una “bottega creativa permanente”, sosteniamo le giovani eccellenze della scrittura nella crescita sia attraverso i corsi di alta formazione e che con la guida professionale dei nostri 50 giurati; insieme a loro sperimentiamo nuove forme di narrazione, formati e piattaforme di distribuzione. In più, assegnamo delle borse di sviluppo in denaro per mettere a frutto il proprio talento».

I TAGLI – «Sopravvivere è sempre più difficile, in dodici anni abbiamo avuto un taglio di fondi di 95 mila euro, e per questa edizione abbiamo subito una decurtazione di 30 mila euro da parte del Mibac (Ministero dei Beni Culturali) senza ricevere una motivazione ufficiale. Mi chiedo, però, come si possa pensare che il cinema riesca a sopravvivere dopo la crisi causata dal Covid se non si investe sulle buone idee, sui talenti, sulla qualità che sono l’unica garanzia di farcela. E poi gli autori che lanciamo hanno successo, sono fonte di denaro, perché allora ne tolgono a noi che li scopriamo? C’è qualcosa che non torna».

LA FIDUCIA NEL FUTURO – «Stiamo vivendo un momento di svolta, credo non ci sia alcun dubbio a riguardo. Nonostante il lockdown però c’è un fermento creativo incredibile e senza le storie l’industria audiovisiva non va da nessuna parte. Se vogliamo crescere e essere competitivi anche all’estero, perché il local e il global sono un tutt’uno, dobbiamo investire nei giovani talenti. Ne abbiamo tutti bisogno. Sono il futuro…».
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