Per chi ancora se lo ricorda, molti anni fa parcheggiava il suo motorino davanti al Forlanini – un ospedale di Roma, in zona Monteverde – per una banale operazione ai legamenti del ginocchio. In realtà poi l’operazione non sarebbe stata così semplice e la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Era il 1997 e Valerio Mastandrea interpretava Luigi nel malinconico (e sottovalutato, se potete rivedetelo) In barca a vela contromano di Stefano Reali. Adesso l’attore torna – virtualmente – in ospedale con La linea verticale, una serie di otto episodi della durata di 25 minuti scritta e diretta da Mattia Torre, che trovate già online su RaiPlay e che andrà in onda in quattro prime serate a partire da sabato 13 gennaio su Rai 3.
Il protagonista de La linea verticale è Luigi – Mastandrea, come detto – che scopre di avere un tumore e deve sottoporsi a un delicato intervento chirurgico. Attraverso il suo sguardo entriamo in un mondo, quello dell’ospedale che, esplorato in profondità, riserva straordinarie e tragicomiche sorprese. La serie si concentra soprattutto sulle vite dei pazienti, non solo quella di Luigi quindi, ma anche dei suoi improbabili compagni di viaggio, esattamente come accadeva inIn barca a vela contromano. Questa volta troviamo un iraniano dalle convinzioni radicali, un ristoratore che sa tutto di medicina, un prete in crisi, un intellettuale taciturno, decine di anziani «cattivi perché in cattività». E poi c’è il personale del reparto: dal professor Zamagna (Elia Shilton), chirurgo e primario del reparto, con i vari addetti che convivono in un microcosmo che ha regole e gerarchie proprie.
Oltre a Mastandrea, nel cast anche Greta Scarano, Giorgio Tirabassi, Antonio Catania e Ninni Bruschetta per una serie che Torre – che era uno degli autori di Boris – ha scritto dopo una personale esperienza in ospedale e che oltre a puntare al modello Netflix con la possibilità di essere vista su Rai Play in modalità binge watching, vuole dimostrare (e dimostra) che anche in Italia un’altra televisione è possibile. Speriamo sia un punto di non ritorno.
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