ROMA – Che cosa rende una storia speciale e meritevole di essere raccontata? La grandezza dei protagonisti, certo, il loro coraggio, l’abnegazione davanti alle difficoltà della vita. Ma soprattutto la capacità di andare avanti, di muoversi senza restare mai fermi, a godersi i traguardi già conquistati. Marie Curie questo non l’ha mai dimenticato. Sin da ragazza sapeva che per crescere avrebbe dovuto lasciare tutte le certezze e lanciarsi nell’ignoto senza paura. Come quando nel 1891 si trasferì a Parigi, dalla natia Varsavia, dove le sarebbe stato impossibile continuare gli studi, per laurearsi in Fisica e Matematica alla Sorbona. Maria Salomea Skłodowska, nota al mondo con il cognome del marito Pierre, è stata una delle più grandi scienziate della storia dell’umanità.
Le ricerche sulla radioattività, in particolare la scoperta del radio e del polonio, le hanno portato due Premi Nobel, nel 1903 e 1911, e hanno cambiato per sempre il modo di analizzare il mondo attorno a noi, risultando decisive per la cura del cancro. Eppure, non è mai stata solo una studiosa integerrima e preparata. Il film a lei dedicato, Marie Curie: The Courage of Knowledge, presentato al Toronto International Film Festival nel 2016, diretto da Marie Noëlle, mostra un aspetto poco conosciuto della sua vita: la storia d’amore con il fisico francese Paul Langevin, all’epoca ancora sposato. Vedova da qualche anno, sola e con due figlie piccole, la Curie si innamora di Langevin e inizia una relazione osteggiata dall’opinione pubblica e naturalmente dalla di lui moglie, che minaccerà più volte la rivale.
L’Accademia di Svezia arriverà quasi a toglierle il Nobel per la Chimica assegnatole nel 1911, ma ci ripensa, invitando però la donna a non presentarsi alla cerimonia di premiazione. Monito naturalmente disatteso dalla Curie che prenderà il premio rivolgendo alla platea un discorso ineccepibile. «Sono felice di consacrare la mia vita alla scoperta dei misteri dell’universo», dirà.Secondo biopic dedicato a questa figura rivoluzionaria, dopo quello di Mervin LeRoy con Greer Garson e Walter Pidgeon, The Courage of Knowledge sceglie di narrare la vita di Marie, interpretata da Karolina Gruszka, in maniera asciutta, senza concessioni al sentimentalismo, ma con vera attenzione agli affetti dei protagonisti.
Marie e Pierre Curie rappresentano un vero unicum nel mondo scientifico, una coppia affiatata e innamorata in cui non c’è spazio per l’invidia. Alla morte di Pierre, Marie prende la sua cattedra alla Sorbona, prima donna nella storia ad insegnare nel prestigioso ateneo parigino. L’arrivo di Langevin rappresenta quindi per Marie la possibilità di tornare a vivere. Una personalità complessa, la sua, votata allo studio minuzioso della natura e nello stesso tempo passionale e temeraria. In un’epoca in cui le donne non hanno alcuna possibilità di emergere nell’ambiente scientifico, Marie Curie rappresenta l’inizio del cambiamento. Un cambiamento che verrà poi confermato da decine di altre scienziate altrettanto straordinarie, come Irene, la figlia maggiore, vincitrice a sua volta del Nobel per la Chimica. O, diversi anni più tardi, da Rosalind Franklin, colei che scopre la struttura a doppia elica del DNA e Rita Levi Montalcini, solo per citarne due.
- Qui potete vedere il trailer di Marie Curie: The courage of knowledge
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