ROMA – Dopo essere stato rilasciato di prigione, Sweet Potato si accontenta del suo piccolo lavoro sul lungomare, vivendo dei magri incassi e ignorando i commenti di chi gli suggerisce di lasciar perdere. Viene però trascinato nel vortice del passato quando il vecchio boss, la madre e infine l’amico Maozi ricompaiono nella sua vita. Uno dopo l’altro si impadroniscono con forza del suo presente e cancellando ogni speranza per il futuro. Solo Seven riesce, in una certa misura, a mitigare le sue ansie. Un giorno, sullo sfondo di un paesaggio costiero oppressivo e carico di smog, a Sweet Potato viene finalmente concesso un incontro con il boss. Parte da qui Love is a Gun di Lee Hong-Chi, un’opera prima folgorante, in concorso alla SIC – Settimana Internazionale della Critica 38.

Per un film, Love is a Gun, nato per caso, nel pieno del lockdown 2020: «Inizialmente avevo in mente solo pochi personaggi e una struttura di base, come una pistola, un teppista come Sweet Potato appena uscito di prigione, la sua grintosa ragazza che sta per lasciarlo e una madre giocatrice che ha non si è mai presentato. Sweet Potato incarnava in qualche modo lo stato d’animo di tutti nel momento in cui stavamo girando il film, tutti erano all’oscuro, ma dovevano continuare a vivere. Due estremi di fiducia-e-vulnerabilità. La sua scelta è 0 e 100, accettando o ribellandosi. Questo è quel qualcosa che mi lega a Sweet Potato. Mi piace il suo essere né servile né prepotente».

Un’opera fatta di destini ineluttabili, redenzioni negate, un ragazzo dal passato burrascoso che non vuole cedere alla rassegnazione. Storie che emergono dal reale post-pandemico e si concretizzano nei codici del cinema di genere dando vita a un neo-noir cupo, rabbioso e dolente, irresistibile punto di incontro tra Carlito’s Way e Lee Chang-Dong. Un esordio low-budget appassionato Love is a Gun, che nel suo sviluppo dal ritmo dosato si compone di costruzioni d’immagine ricercate, eleganti, dotate di abbacinante grazia registica che vede un Lee ispirato e ispiratore comporre frammenti poetici variopinti e suggestivi. Come nel finale, dove il destino deviante di Sweet Potato viene deciso da una corsa a perdifiato sul bagnasciuga che è puro omaggio a I 400 Colpi di François Truffaut. E tanto basta parlare di Love is a Gun come di un’opera degna di nota.
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Qui sotto potete vedere il trailer del film:
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