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Le vele scarlatte | Pietro Marcello e una favola al femminile tra amore e guerra

Juliette, papà Raphaël, l’amore, il legno e la magia. Il nuovo film del regista? Una fiaba commovente

Juliette Jouan in una scena de Le vele scarlatte.

MILANO – A tre anni da Martin Eden ritorna uno degli autori italiani moderni più capaci del nostro panorama: Pietro Marcello. Abbandonata la Napoli che faceva da sfondo alla rivisitazione del romanzo di Jack London, con il nuovo film Le vele scarlatte – ora in sala – ci spostiamo nella Francia rurale alla fine della Prima guerra mondiale. Anche questa volta, un film liberamente adattato da un romanzo, Le vele scarlatte, del russo Aleksandr Grin. Pubblicato nel 1923, racconta di Juliette (l’esordiente Juliette Jouan), orfana di madre che vive con il padre Raphaël (Raphaël Thiéry) reduce  della Prima guerra mondiale. La giovane dallo spirito solitario, un giorno sul fiume incontra una donna (Yolande Moreau) che le predice che un giorno arriveranno delle vele scarlatte a portarla via. Juliette non smetterà mai di credere alla profezia.

Le vele scarlatte
Raphaël Thiéry con la piccola Juliette all’inizio del film.

Le vele scarlatte è un film visto di riflesso attraverso i giovani occhi di Juliette, e per questo un racconto sul rapporto padre-figlia. Ed è un rapporto molto moderno in contrasto con il contesto della storia che imbonisce Marcello. Il suo stile fiabesco ritorna nell’auree dei personaggi che compongono la trama, forti soprattutto delle interpretazioni dei bravissimi Raphaël Thiéry e Juliette Jouan. I protagonisti di questa storia entrano in scena proprio come quelli delle fiabe, tant’è che un personaggio ad un certo punto del film si rivolgerà a Juliette col nomignolo di Cappuccetto Rosso. E in effetti suo padre Raphaël un po’ quell’aria da cacciatore (ma anche da Geppetto) ce l’ha, e in quanto tale è sempre pronto a proteggere la sua bambina. Questo senso del dovere del padre nei confronti della figlia non è però un dovere malato, burbero o storico (se così si può definire), ma, come tutto il resto del racconto del film, è delicato e commovente.

Le vele scarlatte
Un quadro: Juliette Jouan e Louis Garrel in acqua.

Questo rende il quadro complessivo dei personaggi che abitano “la corte dei miracoli” (così è chiamata la comunità matriarcale di Adeline, la donna del villaggio che li ospita), di un’empatia unica. Nonostante il primo e il terzo atto del film si concentrino molto sui personaggi maschili di Raphaël e Jean (Louis Garrell), Le vele scarlatte in realtà è un film di una femminilità unica, più che femminista. L’impronta del movimento c’è nella scrittura di Marcello, ma l’interpretazione di Juliette Jouan e Noémie Lvovsky (Adeline) conferiscono un carattere femminile davvero unico al racconto, che lo trasporta fuori dalla sua storicità e lo tiene lì sul filo del realismo magico. Il punto di contatto con Martin Eden sta qui e qui soltanto, in quello stile delle immagini; nella filigrana; nei 16mm. Poi le similitudini con Le vele scarlatte finiscono: oltre al fatto che di nuovo c’è un peculiare uso di filmati d’archivio per raccontare la guerra e le grandi città francesi, Juliette non è Martin.

Le vele scarlatte
Un altro momento del film e un’altra grande inquadratura.

Martin tradiva l’ideale della famiglia per perseguirne uno personale. Juliette invece abbraccia il contesto famigliare e quando si presenterà l’occasione di andare a studiare in collegio, sceglierà di rimanere con il padre. Sarà proprio questa scelta a far passare il personaggio nella fase successiva della sua vita, proprio nel momento più duro da vivere in famiglia. È un grande simbolo di crescita, un elemento che non manca mai nelle fiabe. E quando arriveranno le vele scarlatte, non ci sembrerà così assurdo. Nemmeno a Juliette sembrerà così assurdo. E qui sta la capacità dell’autorialità di Marcello: riuscire ad unire vero e fantastico; realtà e magia, tessere le fila di un racconto in cui elementi agli antipodi diventano simili; uguali; uniti. E lo spettatore non dubita per un momento che qualcosa sia falso o meno vero, perché l’immersione è completa. Il compito del cinema è questo d’altronde. E agli albori del cinema, erano proprio le fiabe i primi film…

  • VIDEO | Qui il trailer de Le vele scarlatte:

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