MILANO – Bibi e Gigi. La prima – interpretata da Adéle Exarchopoulos – è una pilota di auto da corsa di buona famiglia, il secondo – con il volto di Matthias Schoenaerts – le dice di vendere auto ma, nella realtà, è un gangster di una banda di rapinatori di Bruxelles. Tra i due scoppia un amore profondo quanto ricco di avversità. Dopo la candidatura all’Oscar come miglior film straniero per Bullhead e l’esperienza americana di The Drop con James Gandolfini e Tom Hardy, il belga Michaël R. Roskam torna in patria e con Le Fidèle omaggiando il cinema di genere.

«La scintilla mi è venuta quando riflettevo sul profilo di Steve, il fratello di Jacky, il personaggio principale del mio film Bullhead – La Vincente Ascesa di Jacky», ha dichiarato il regista, «Attraverso quel personaggio cercavo di incarnare quello che mancava nella vita di Jacky: la possibilità di creare una famiglia, di trovare l’amore. In questo senso, Bullhead e Le Fidèle funzionano come un dittico. Hanno molto in comune pur essendo diversi».

«Anche questa storia si ispira all’ambiente criminale del Belgio degli anni Novanta e dei primi anni 2000. Le spose dei gangster erano celebri quasi quanto i loro mariti, e i loro amori leggendari», ha sottolineato poi Roskam, «Sono quindi partito da quegli avvenimenti per poi decostruirli e risistemarne gli elementi per creare la mia trama drammatica, esattamente come avevo fatto per Bullhead».

Ne Le Fidèle Roskam fonde il noir americano con il polar francese, heist movie con il melodramma ispirandosi a pellicole come Heat e Un Uomo, Una Donna. Al centro del racconto la storia d’amore travagliata di Gigi e Bibi intorno a cui gravita il mondo del crimine. A fare da sfondo una Bruxelles dei primi anni Novanta – travestita da Costa azzurra grazie alla fotografia di Nicolas Karakatsanis – in cui la facciata elegante nasconde un mondo ben più violento.
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