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Laura Pausini: «Piacere di conoscerti? Il mio sliding doors, tra successi e sconfitte»

L’importanza di saper perdere, Sanremo, l’immaginazione: la cantautrice racconta il film Prime Video

Laura Pausini. Foto di Tommy Napolitano
Laura Pausini. Foto di Tommy Napolitano

ROMA – «Che situazione! Sembra di essere a un’esame. Sono curiosa di sapere cosa avete provato nel vedere questo film». Un completo azzurro elettrico, un top fucsia, décolleté dorate e un entusiasmo irrefrenabile. Laura Pausini è un fiume in piena fatto di risate, aneddoti e commozione quando la incontriamo a Roma per la presentazione di Laura Pausini – Piacere di conoscerti, il film diretto da Ivan Cotroneo – che firma la sceneggiatura con Monica Rametta e la stessa cantautrice – disponibile su Prime Video dal 7 aprile in cui l’artista immagina cosa sarebbe successo se nel 1993 non avesse vinto il Festival di Sanremo con La solitudine, brano che la lanciò verso una carriera fatta di innumerevoli successi e premi vinti in ogni angolo del mondo. Per raccontare la sua storia, Laura torna sui suoi passi, dall’infanzia a tutte le tappe più importanti della sua carriera e alla quotidianità, immaginando un percorso diverso, quello che avrebbe potuto avere se non avesse avuto la fortuna e la costanza di vivere una vita da star globale.

IL DOCUMENTARIO «Qualche anno fa, quando mi hanno proposto un documentario su di me, dissi di no perché pensavo fosse troppo autocelebrativo. Pensavo che chi fosse interessato a me già mi seguiva e mi conosceva. Poi, poco prima del primo lockdown, una notte mi sono svegliata e ho iniziato a scrivere nel telefono questa storia che avevo in testa da 29 anni. Mi hanno proposto Ivan Costroneo per dirigerla. All’epoca non lo conoscevo e “grazie” a lockdown ha vissuto un anno in casa con me. Facendo una serie di videochiamate su Zoom con i miei famigliari e compagni di scuola, persone che mi hanno conosciuta fino ai 18 anni, si è reso conto che ero ancora uguale a quella ragazzina in tante cose».

laura pausini
Laura Pausini sul set del film. Photo credit: Prime Video & Amazon Studios

L’AUTENTICITÀ «Non era solo un mio capriccio personale. Mi rendo conto del privilegio di poter vivere la mia immaginazione. Per due mesi sono stata davvero quella persona che ho immaginato per 29 anni. E l’ho fatto come volevo io. Amo curare ogni dettaglio: dagli oggetti ai vestiti, dalle abitazioni agli arredamenti. È tutto così vero che è commovente per me vivere quest’esperienza».

IL MESSAGGIO «Con questo film spero di poter diventare un messaggio per il pubblico. Vorrei che usassero me e la mia storia per ritrovare se stessi. Perché tutti si sono chiesti almeno una volta nella vita: “Cosa sarebbe successo se non avessi scelto questa professione, e se non avessi sposato questa persona?”. Io quello sliding doors l’ho vissuto e lo conosco bene».

Laura Pausini in concerto all’Olimpico. Photo credit: Prime Video & Amazon Studios

SANREMO «Durante il lockdown ho capito che avevo bisogno di fare un riassunto della mia vita fino a lì. Non ho mai sognato di essere famosa. Sono nata in un piccolo paese e in un’altra generazione. Volevo fare piano bar e l’ho fatto per dieci anni. Ma non avevo mai visto una donna farlo da sola e riuscirci era la mia sfida. Poi un manager mi ha visto e mi ha portato in varie case discografiche fino a quando la Warner mi ha iscritta a Sanremo. Ho passato il tempo a chiedere autografi ai cantanti famosi…».

LA CASA/MUSEO «La ricerca per il film è stata fighissima ma anche complicata! Da quando ho fatto Sanremo la sera dopo davanti casa dei miei c’erano fan che dormivano nelle tende. Mio padre disse: “Facciamo diventare la casa il tuo fan club”. Così è stato e lo è ancora. Sembra che io sia già morta (ride, n.d.r.)! Dentro ci sono i vestiti di Sanremo, i premi, i vestiti del film e tutte le cose che avevo fino ai 18 anni. Ad esempio la scatola che si vede all’inizio l’ho ritrovata a casa dei miei durate il lockdown e c’erano oggetti che hanno aperto finestre di ricordi…».

Laura Pausini
Un momento dal set di Laura Pausini – Piacere di conoscerti. Photo credit: Prime Video & Amazon Studios

I SOGNI & L’IMPEGNO «Quando nel film c’è la scena di Sanremo, nonostante la conosca a memoria, mi commuovo tantissimo. É cambiata la vita lì (si commuove, n.d.r.). Fino a quel momento lì non sognavo di fare la cantante famosa. Questo film non vuole rinnegare nulla. Ringrazio il cielo per quello che ho avuto. Ma ho lasciato in sospeso i miei sogni di allora. È stato molto interessante decidere di fare questo film. La proposta mi è arrivata dopo molti anni che faccio questo mestiere, ero in crisi non mi aspettavo il Golden Globe o la nomination agli Oscar. Mi sentivo in colpa che mi accadesse quello mentre in torno a me tutti stavano male. So che la fama e la fortuna possono durare un anno. Ma so anche l’impegno che ci ho messo. Mi ci sono dedicata h24 per far sì che durasse».

SENTIRSI REALIZZATI «Volevo che il film fosse un viaggio introspettivo in modo che fosse più facile per le persone empatizzare. Anche se ci viene insegnato ad essere primi e a vincere, sentirsi realizzati non è un sinonimo di fama. Per me è importante spiegare che il mio sentirmi realizzata non dipende dai privilegi, dai premi, dai soldi. Volevo che tutti capissero che quando arriveremo alla fine della vita e faremo un riassunto di quello che è stato ci faremo la domanda più importante: “Siamo stati felici, abbiamo fatto quello che volevamo, ci siamo sentiti realizzati?”. In quel momento saremo soli, non ci sarà nessuno a darci un voto. Il voto te lo dai tu in base a come hai vissuto».

Laura Pausini e Cezara Zeka che la interpreta da diciottenne. Photo credit: Prime Video & Amazon Studios

VINCERE E PERDERE «Non siamo stati educati alla sconfitta, credo che questo sia un grosso errore e un problema. Ho avuto la fortuna di vedere negli occhi di mia figlia che le ho dato insegnamento. Quando sono tornata a casa con Il Golden Globe e quando sono tornata a casa senza Oscar ero uguale a prima. È una fortuna grande che lei ha avuto e che io non ho avuto da piccola. Vorrei che mi utilizzaste. Era più facile farvi vedere la cosa figa dell’Oscar ma voi giornalisti che comunicate con la gente dovete spiegare quanto è importante perdere».

  • INTERVISTE | Laura Pausini: «La nomination agli Oscar, tra il mio babbo e la Loren»

Qui sotto potete vedere la video intervista a Laura Pausini:

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