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La verità negata | Rachel Weisz e la battaglia legale di Deborah Lipstadt

Una battaglia legale tra la studiosa e il negazionista David Irving racconta nel film di Mike Jackson

la verità negata

MILANO – La libertà di opinione è un diritto fondante della democrazia. Cosa ben diversa è negare l’evidenza dei fatti. La terra non è piatta, il surriscaldamento globale non è un’invenzione di ambientalisti paranoici e l’Olocausto non è stato inventato per screditare la Germania dai tavoli politici. Eppure nel 1996 la professoressa Deborah Lipstadt si è vista costretta a dimostrare in un’aula di tribunale che l’uccisione di milioni di ebrei nei campi di concentramento sia realmente accaduto. Una storia raccontata da Mike Jackson ne La verità negata (lo trovate su CHILI), film basato sul libro Denial: Holocaust History on Trial.

La verità negata
Rachel Weisz e Deborah Lipstadt la cui storia ha ispirato La verità negata

Ma come si è arrivati al processo? Nel 1993 la storica casa editrice Penguin Books pubblicò Denying the Holocaust: The Growing Assault on Truth and Memory della Lipstadt – interpretata nel film da Rachel Weisz – in cui l’autrice si concentrava, per la prima volta nella Storia, sulla corrente negazionista dell’Olocausto. Sentitosi diffamato dalle sue parole che lo definivano un falsificatore che aveva manipolato e distrutto documenti reali, il saggista David Irving – da anni impegnato nello studio a sostegno della tesi che comprovasse la falsità dell’Olocausto – citò in giudizio a Londra la studiosa dando così il via ad una battaglia legale senza precedenti.

La verità negata
Rachel Weisz in una scena de La verità negata. Foto di: Laurie Sparham

Il sistema giuridico inglese in materia di diffamazione, infatti, prevede che sia lei la presunta colpevole tra le due parti a meno che non riesca a dimostrare la propria innocenza e, quindi, che l’Olocausto sia realmente avvenuto. Parte così un processo mediatico in cui la Lipstadt viene difesa dai migliori avvocati inglesi mentre Irving decide di rappresentarsi da solo. Per dimostrare che le camere a gas sono realmente esistite la studiosa e il suo team legale capeggiato da Anthony Julius (Andrew Scott) volano fino ad Auschwitz per cercare le prove necessarie che attestino – assurdo ma vero – che una della pagine più atroci della Storia si sia davvero consumata tra quelle mura.

La verità negata
David Irving

Il processo Irving v. Penguin Books Limited, Deborah E. Lipstadt si concluse nel 2000 con l’assoluzione della Lipstadt. La corte stabilì che Irving è a tutti gli effetti un negazionista dell’Olocausto, vicino agli ambienti dell’estrema destra, un razzista che distrusse e manipolò prove storiche sulla Shoah per ragioni ideologiche. All’indomani del verdetto il Daily Telegraph scrisse «Deborah Lipstadt ha fatto per il nuovo secolo ciò che il processo di Norimberga e il processo Eichmann hanno fatto per le generazioni precedenti».

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