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La rivincita dei perdenti: Bad News Bears e il baseball come riscatto sociale

Prima di Boyhood, Richard Linklater girò un remake destinato a diventare un piccolo cult

ROMA – Lacrime e risate. Pochi autori riescono a fonderle nello stesso film. Così come pochi autori riescono nell’impresa di realizzare remake all’altezza degli originali. Tra loro c’è Richard Linklater che, dopo aver girato School of Rock e Prima del tramonto, nel 2005 girò Bad News Bears (lo trovate su CHILI), remake dell’omonimo film datato 1976, interpretato da un grandioso Walter Matthau. Uscito sotto il monte della Paramount, Bad News Bears di Linklater arrivò in Italia solo direct-to-video, a fronte di un flop al botteghino americano e internazionale. Fu addirittura definito un Box Office Bomb, ovvero un titolo dall’alta aspettativa rivelatosi poi un flop commerciali. Ma, come spesso accade, la sgangherata opera di Linklater acquistò con il tempo un altro valore, divenendo un vero e proprio cult, in grado di coniugare sport, valori e piccole, grandi vittorie.

Billy Bob Thornton e la sua ciurma di perdenti.

Caldamente consigliato da noi di Hot Corn – che lo annoveriamo in assoluto tra i migliori titoli cine-sportivi – Bad News Bears – Che botte se incontri gli Orsi gira tutt’attorno all’ex giocatore di baseball Morris Buttermaker (Billy Bob Thornton), burbero, fallito e alcolizzato, a cui viene affidato il ruolo di coach presso gli Orsi, una squadra di bambini emarginati e senza la minima traccia di talento. Sfida ardua per uno come Morris, eppure, allenamento dopo allenamento, caduta dopo caduta, riuscirà (più o meno) a cambiare le prospettive del simpatico e dolce gruppo di losers. Parafrasando il sottotitolo del film potremmo dire: che forza, questi Orsi. Già, perché la ciurma capitanata da Morris, è l’emblema di come si può crescere credendoci sempre, nonostante le mazzate, i colpi bassi e la sfortuna.

Billy Bob Thornton e Richard Linklater sul set di Bad News Bears.

Linklater, eccellente quando ha a che fare con i più piccoli (vedi il capolavoro Boyhood), non ha paura di rendere il tutto irriverente ed eccessivo, con dialoghi e battute che superano abbondantemente il politically incorrect, pur maneggiando il tutto con estrema leggerezza, di chi sa come raccontare una storia di riscatto e coraggio, senza scendere nel melenso e nel cliché. E poi, non ci scordiamo di Billy Bob Thornton, un altro fuoriclasse sempre imprevedibile, attore in grado di cucirsi addosso alla perfezione qualsiasi copione, dal dramma più cupo all’esuberante commedia. Sempre stropicciato e consumato, dall’imbattibile humour, avvolto da una fascinosa malinconia. E alzi la mano chi, almeno, una volta, non avrebbe voluto essere come lui: un rude coach in grado di far breccia nei cuori di una ciurma di simpatici perdenti.

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