in

Jason Reitman: «The Front Runner, il mio Hugh Jackman perso nel gossip inutile della politica»

L’informazione, Gary Hart e il confine tra pubblico e privato: il regista racconta il suo ultimo film

the-front-runner-reitman-2

TORINO – «Quando parlo di una storia, è perché mi pongo delle domande. Ed ora, come tutti, mi sento confuso». Non poteva non essere una riflessione politica quella di Jason Reitman che, parlando del suo The Front Runner, è andato a toccare note di stretta attualità che, come confida «non riguardano sono gli Stati Uniti, ma qualsiasi altra parte del mondo». Così, dopo aver raccontato storie di piccola intimità come Tully, Young Adult o Juno, il regista canadese sposta l’obiettivo direttamente sul 1988, ricostruendo la campagna presidenziale di Gary Hart – interpretato da Hugh Jackman – e dell’annesso scandalo mediatico che lo costrinse ad abbandonare la corsa alla Casa Bianca, vinta poi da G.W. Bush Sr. «Gli USA sarebbero stati diversi oggi, se Hart avesse portato avanti la candidatura, vincendo le elezioni», spiega Reitman ad Hot Corn.

BREAKING NEWS «Sono un regista, non un politico, ma è chiaro come sia difficile il momento che stiamo vivendo. Sia la sinistra che la destra sono sempre più radicate. Assurdo pensare che la Casa Bianca valuti i giornalisti come nemici, ma la riflessione più profonda arriva dal mondo delle news. Se apriamo un giornale, leggiamo le notizie al fianco del gossip. Tutto è allo stesso livello. E ciò che raccontiamo nel film è anche questo: l’inizio dell’incontro tra tabloid e informazione seria. Quel momento fu l’inizio delle news h24, del giornalismo famelico, di quello televisivo».

Hugh Jackman è il senatore Gary Hart.

GLI ERRORI «Trump? Quando pensi abbia superato il limite, ti sbagli, perché lo supera di nuovo. E non è un problema solo dell’America, ma del mondo. Hart, nel 1988, era diverso. Non solo era eleggibile, ma brillante, ponderante, capace di guardare al futuro. Voleva essere meno dipendente dal Medio Oriente, spingeva sull’informatica nelle scuole, sapendo che il futuro sarebbe dipeso dai computer. Ed è incredibile pensare che, poco prima del 9/11, abbia avvisato Bush del rischio di un attacco. Come essere umano ha commesso degli errori, senza dubbio, ma tutti li commettiamo».

Il vero Gary Hart in uno scatto del 1988.

IL RISPETTO «Il personaggio di Donna Rice? La differenza di genere, quando si subiscono certe cose, è davvero pesante. È un discorso che mi sta a cuore, lei si è trovata letteralmente in mezzo ad una tempesta, affrontandola, praticamente, da sola. Il suo percorso, dopo quegli anni mi interessa relativamente, la rispetto, nonostante le opinioni politiche che può avere oggi».

Sara Paxton nel ruolo di Donna Rice.

LA PROFEZIA «Quando ho iniziato a scrivere il film con Matt Bai, lo scrittore del romanzo da cui è tratta la storia, e Jay Carson, alla Casa Bianca c’era ancora Obama. Da allora, il mondo è mutato. Anzi, ci sono stati cambiamenti continui da quando stavamo scrivendo il soggetto. E mai avremmo pensato di arrivare alla situazione odierna. Direi che è stato quasi ironico. Ascoltando il discorso di commiato di Hart, quando dice, ricordando Jefferson: «Tremo per il mio Paese quando penso che potremmo avere il Presidente che meritiamo», beh, è impossibile non tremare insieme a lui».

  • Qui potete vedere il trailer di The Front Runner:

[inserisci trailer=’the-front-runner-il-vizio-del-potere-trailer-ufficiale’ display=’title’]

Lascia un Commento

Previsioni e speranze della Notte degli Oscar | La nuova puntata del podcast di Hot Corn

Preparativi, pioggia e un museo in costruzione: gli Oscar visti da Los Angeles