LOS ANGELES – Strade chiuse, tribune erette e centinaia di manovali all’opera: Hollywood Boulevard è un cantiere in costruzione. Così Los Angeles si prepara a ospitare la 91.esima edizione degli Academy Awards. E, dato che la notte degli Oscar, ultimamente, è sempre piovosa – come se non bastasse negli ultimi mesi, in California, è caduta la pioggia di una vita -, hanno montato anche un tetto a fare da riparo, mentre gli addetti al red carpet, lungo mezzo chilometro e dal costo di 22.000 euro, promettono per quest’anno un look completamente diverso.
Ovviamente non ci è dato né sapere, né vedere la sorpresa: la sezione di Hollywood Boulevard tra Highland Avenue e Orange Drive è chiusa in entrambe le direzioni da giorni (riaprirà del tutto solo mercoledì 27). Con le orde di turisti che questi giorni per attraversare la Hall of Fame saranno costrette a fare larghi giri intorno le strade limitrofe. Ah, ovviamente, domenica sera, la metropolitana snobberà del tutto la fermata Hollywood & Highland.
Fin qui, tutto nella norma. La novità sta piuttosto nella conferma che quest’anno non ci sarà alcun un presentatore, cosa che non accadeva da trent’anni. L’attore e comico Kevin Hart, annunciato per il ruolo nello scorso dicembre, si è infatti ritirato dopo la scarica di insulti online ricevuti a causa di vecchi tweet omofobici. Febbre da tastiera? Non proprio; internet non perdona, e Google ha portato a galla molte frasi effettivamente beceramente antigay che l’attore aveva cancellato dal profilo.
Ma le polemiche non finiscono qui. Sembra infatti che l’organizzazione degli Academy Award stia soffrendo molto dei tempi e dei costi dilatati per la costruzione dell’Academy Museum (progettato da Renzo Piano nella zona Museum Row nella Miracle Mile di Los Angeles) e abbia dunque bisogno di guadagnare più fondi possibili. Ciò si tradurrebbe nel rendere la notte degli Oscar il più commerciale e breve possibile, come speculano i media, ricordando anche che lo scorso anno si è toccato il più basso tasso audietel di sempre, con 26 milioni e mezzo di spettatori.
Per questo avrebbero (inizialmente) proposto di accorciare lo show consegnando alcune statuette durante gli spazi pubblicitari, tra cui quelle per la fotografia e l’editing. Se non ci sono riusciti è perché hanno trovato l’opposizione dei sindacati e dei vincitori degli anni passati. Tra l’altro, l’Academy, avrebbe anche proposto di mandare live solamente due esecuzioni dei brani candidati come migliore canzone, tra cui Shallow di A Star is Born con Lady Gaga e Bradley Cooper. Alla decisione, sarebbe stata la stessa Gaga ad opporsi, pretendendo che la tradizione di avere un’esecuzione per ciascuna nomination fosse rispettata.
Tra le preformance musicali, ci sarà pure quella dei Queen con Adam Lambert, una formazione già collaudata in tour ma che mette a dura prova sia gli occhi sia le orecchie dei fan più accaniti della leggendaria band inglese (ne esce bene solo John Deacon, ritiratosi dalle scene dopo la morte di Freddie Mercury).
Dopo tante parole sulla diversità, quest’anno nessuna regista donna ha ricevuto una nomination ma la statistica che più colpisce è un’altra: il film favorito, Roma di Alfonso Cuarón, con 10 nomination è anche quello che al cinema ci è andato di striscio, dopo la presentazione a Venezia e Toronto, poiché disponibile in streaming su Netflix. Ora non resta da vedere se un film in lingua straniera e in bianco e nero, riuscirà a vincere contro la discutibile popolarità commerciale di Black Panther, di A Star is Born o Bohemian Rhapsody. Insomma, direttamente da Los Angeles, che la sfida abbia inizio.
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