in

James Cameron: «Avatar – La via dell’acqua, la sfida del sequel e il mio ruolo di padre…»

Grandi ritorni e new entry e il rapporto tra figli e genitori. Il regista racconta via Zoom il suo sequel

James Cameron sul set di Avatar - La via dell'acqua
James Cameron sul set di Avatar - La via dell'acqua. Foto di Mark Fellman. © 2022 20th Century Studios

ROMA – «Steven Spielberg non ha girato un sequel di E.T., giusto? Perché? Perché non è un gioco da ragazzi. Pensi davvero di poter far cadere il fulmine nello stesso punto? No». James Cameron sorride, perché è consapevole dell’enorme sfida che lo aspetta. Nel 2009 il suo Avatar superò ogni aspettativa incassando la cifra mostruosa (ed oggi impensabile) di 3 miliardi di dollari. Tredici anni dopo, il regista ci riporta a Pandora in Avatar – La via dell’acqua, primo di quattro sequel in cui ritroviamo i protagonista del primo capitolo più una serie di new entry, tra gli altri, Kate Winslet e Michelle Yeoh. Abbiamo incontrato il regista via Zoom durante la conferenza stampa del film in cui ha raccontato cosa l’abbia spinto a tornare a Pandora e quanto la sua esperienza come padre sia stata fonte d’ispirazione.

James Cameron sul set di Avatar 2.

IL SEQUEL – «Non è un gioco da ragazzi girare un sequel, è un compito molto arduo, di cui devi essere all’altezza, giorno dopo giorno. Per fortuna oggi sono qui a parlarne, con un fantastico cast e un modo per riportare Sigourney Weaver nel sequel, anche se il suo personaggio nel primo Avatar moriva. In questi anni ho potuto contare su una fantastica famiglia di artisti e troupe. Quando vedrete sullo schermo una scena di Avatar: La via dell’acqua con un centinaio di persone, beh sono sempre gli stessi dieci attori che si sono appena mossi. Siamo un piccolo gruppo e, in un certo senso, ci amiamo e ci siamo goduti il viaggio. E Kate (Winslet, nda) ha avuto modo di unirsi e percepire l’atmosfera, sa di cosa parlo. Un grande incentivo per me, per tornare e rifare tutto. Da capo…».

James Cameron sul set di Avatar - La via dell'acqua.
James Cameron sul set di Avatar – La via dell’acqua. Foto di Mark Fellman. © 2022 20th Century Studios

L’ISPIRAZIONE – «Penso sia importante per un sequel onorare ciò che il pubblico ha amato della prima esperienza. Ma non solo, perché devi anche spiazzarli, girare cose che non si aspettano. Da questo punto di vista in Avatar 2 vedrete molte sorprese in termini di dove va la storia. Dettagli che non ho voluto inserire nei trailer, negli spot TV e in tutto il resto. E poi credo sia un film che va anche molto più in profondità, sia in termini di cuore che di emozioni. I personaggi e la storia erano molto più semplici nel primo film. Sono stato ispirato dal fatto che sia Zoe (Saldana, nda) che Sam (Worthington, nda) ed io siamo genitori e quindi volevamo entrare nelle dinamiche familiari e nelle responsabilità di avere figli. E anche mostrare com’è la prospettiva di un bambino…».

Dietro le quinte del film. Foto di Mark Fellman. © 2022 20th Century Studios

LA PAURA – «Puoi essere senza paura quando non hai figli, ma l’impari la paura quando li hai. Quando hai qualcosa di più grande di te che potresti perdere. Ed è quello con cui entrambi i protagonisti hanno a che fare. Sam interpreta un personaggio che salterebbe da un leonopteryx, che vola in aria senza paracadute per atterrare sul più grande e cattivo predatore del pianeta per risolvere il suo problema. Lo farebbe da padre? Probabilmente no. Il personaggio di Zoe, Neytiri, era fortissimo nel primo film. Ma poi cosa succede quando diventa madre? C’è qualcosa al di fuori di lei che si mette al di sopra, in termini di priorità? Sì…».

Una scena di Avatar – La via dell’acqua.

KIRI E SIGOURNEY – «L’avatar di Grace era ancora vivo, ma aveva bisogno di essere infuso con la coscienza per muoversi e parlare. Si è rivelato essere incinta e il corpo è diventato una sorta di nave per questa bambina. Così è diventata la figlia adottiva di Jake e Neytiri. Jake aveva un tipo di relazione madre/figlio con Grace nel primo film. Lo aveva preso sotto la sua ala e quindi protegge sua figlia e la cresce come sua. È la figlia, ma c’è anche qualcosa di sconosciuto ed enigmatico in lei. Penso che Sigourney abbia seguito una bellissima linea di goffaggine adolescenziale nel prestarle la voce. Credo che così abbiamo anche l’opportunità di parlare alle ragazze adolescenti in un modo che potrebbe avere senso per loro. Ho riletto Reviving Ofelia: Saving the Selves of Adolescent Girls, un libro del 1994 scritto da Mary Pipher e ho delle figlie. Le ho viste attraversare la confusione sulla loro identità e tutte quelle cose che tipiche di quando sei un adolescente».

Sigourney Weaver e James Cameron sul set del film.
Sigourney Weaver e James Cameron sul set del film. Foto di Mark Fellman. © 2022 20th Century Studios

LA SQUADRA – «Ho rivisto il film recentemente per la prima volta. Lavoro sulle minuzie dieci, undici ore al giorno ma poi faccio un passo indietro e vedo l’intera lavoro da lontano. E quello che mi ha colpito è stato il lavoro, le interpretazioni, le persone. Guardo tutto: lo spettacolo, il design, le creature… e non sono solo orgoglioso del lavoro fatto. Sono anche orgoglioso dell’intera squadra, oltre mille persone che hanno persistito. C’è una scena dove non ci sono dialoghi, solo primi piani, e c’è un intero dialogo negli occhi dei personaggi. Quello dà noi il permesso, quando stiamo lavorando al motion capture, di essere dettagliati e specifici come vogliamo essere. Perché se vuoi solo essere generico, beh non è il tipo di sfida che cerchiamo. In questa fase nelle nostre vite e nelle nostre carriere, vogliamo trovare il timbro giusto per ogni momento. Ma se non puoi fidarti del processo a valle, del CGI dei personaggi, allora qual è il punto? Quindi sì, sono molto orgoglioso di tutto ciò che abbiamo creato insieme…».

Avatar: James Cameron, quella folle scommessa e l’inizio del viaggio su Pandora

Qui sotto potete vedere il trailer di Avatar – La via dell’acqua:

Lascia un Commento

La crisi di Hollywood e la modernità di Viale del tramonto

Un regalo da Tiffany | Se la commedia di Natale finisce tra Sliding Doors e Audrey Hepburn