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Isolation | Cinque corti d’autore per raccontare la pandemia e il lockdown in Europa

Prodotto da Notorius Pictures, il film è già un documento storico sugli eventi dell’anno della pandemia

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Cinque cortometraggi per raccontare la pandemia: Isolation

MILANO – Sono immagini che conosciamo tutti tristemente bene, anche se rivederle adesso, a un anno e mezzo di distanza, non manca un certo effetto straniante, come se sembrasse un ricordo lontano. Presentato con un evento speciale alle Giornate degli Autori di Venezia 78, Isolation è un’opera collettiva in cui cinque registi, uno da ogni paese – Italia, Germania, Svezia, Belgio e Inghilterra –, raccontano secondo la loro sensibilità la pandemia di Covid-19, il lockdown e gli effetti che questo ha avuto sulla società e sulla politica della loro nazione.

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Michele Placido e Andrea Bocelli in Isolation

Sono Michele Placido, Julia Von Heinz, Olivier Guerpillon, Jaco Van Dormael e Michael Winterbottom i registi che hanno deciso di raccontare quel 2020 in immagini. Quindici minuti a testa per tirare le fila di un dramma, della società e personale, che per tutti è ancora una ferita troppo aperta. E si inizia con le immagini di un’Italia anomala, con le sue città deserte come non si erano mai viste. Poi, anche le terapie intensive e – ripreso anche da altri due registi – il video dei carri armati per le vie di Bergamo, che ha fatto il giro del mondo.

Una scena di Isolation

Ma Placido e le sue interviste a Roberto Bolle e Andrea Bocelli sull’arte lasciano presto il posto a quello che è successo negli altri Paesi, che forse conosciamo un po’ meno. Dalla situazione in Germania e Belgio, filtrata attraverso le vicende personali dei due registi che raccontano delle proprie perdite famigliari, fino a una vera e propria satira politica – molto vicina nello stile alle varie reaction che vediamo su YouTube – sulla discutibile strategia della Svezia e, per finire, la storia di chi, in Inghilterra, in lockdown è già da anni, cioè i richiedenti asilo.

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Una scena di Isolation

Tante realtà diverse, tante sensazioni e risposte diverse che però, in qualche modo, abbiamo in comune nonostante i confini geografici. E non solo per le terapie intensive o il numero di decessi, ma anche la perdita di una persona cara, la riscoperta di sé stessi, la speranza di uscirne migliori e la critica a una gestione politica a volte inadeguata sono qualcosa di cui, pur in misura diversa, abbiamo fatto esperienza. Un viaggio girato e realizzato proprio durante quel lockdown che ha cambiato la vita di tutti e che, a rivedere ora, fa decisamente un altro effetto.

Michele Placido e Roberto Bolle in Isolation

Isolation traccia gli estremi di un’Europa, ma anche di un mondo, che si è trovato impreparato nel fare i conti con l’emergenza sanitaria peggiore del secolo e in cui, in mezzo al caos di un futuro diventato ormai ignoto, molti non sembravano capire la gravità di quello che stava accadendo. Che poi tra questi vi fosse anche una buona parte della classe politica è solo un’aggravante. Un apice emotivo fatto di tristezza, rabbia e paura che, come i tanti film e documentari che negli ultimi mesi hanno raccontato la pandemia, è destinato a diventare un documento storico di questi tempi decisamente interessanti.

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