MILANO – “If she can do it, so can you”. È questo il leitmotiv della XVI edizione di Immaginaria – International Film Festival of Lesbians & Other Rebellious Women. Dedicato al cinema delle donne e a tematica lesbica e femminista che si terrà a Roma, in presenza, dal 17 al 20 giugno. Quattro giorni di film, cortometraggi e documentari da ogni parte del mondo, insieme a dibattiti e presentazioni per scoprire, approfondire e discutere il panorama di genere. C’è già grande attesa per le opere in programma, a partire dall’anteprima italiana che, direttamente dal Brasile, aprirà questa nuova edizione. Si tratta di Aos Nossos Filhos, diretto da Maria de Medeiros e incentrato su temi attuali, una riflessione sulla maternità e le infanzie abbandonate nella difficile situazione del Paese.

Rimanendo in America Latina, questa volta in Cile, un altro titolo su cui si accendono i riflettori è La Nave del Olvido di Nicole Ruiz Benavides, un’appassionante storia di emancipazione ambientata nelle campagne cilene dove una donna settantenne inizia un viaggio interiore alla ricerca di sé stessa. Ma i lungometraggi ampliano lo sguardo a diverse parti del mondo. Così, dopo Kokoon e Ellie & Abbie – tra coming of age adolescenziale e i diritti negli anni Ottanta –, Caroline Fourest si sposta in Medio Oriente, in un territorio purtroppo ancora poco raccontato, con Soeurs d’Armes/Red Snake. Il film, ispirato alla storia di Nadia Murad (Premio Nobel per la Pace), segue le combattenti kurde che si battono contro il terrorismo dell’ISIS.

Ma Immaginaria è anche riflessione sulla realtà. Tra femminismo e diritti LGBTQ+, abbiamo visto negli anni cambiamenti e problemi tanto nella società quanto sullo schermo e ogni giorno ci rendiamo conto che la strada è ancora lunga, nonostante i grandi passi in avanti. Ecco allora che una serie di documentari ne riassumono le vicende e dinamiche. Elise Baudouin con il suo Pop Feminism riparte dalla vicenda di Harvey Weinstein e la creazione del movimento #MeToo per raccontare la rinascita del femminismo nella cultura pop, mentre Gabrielle Zilkha torna dietro la macchina da presa con Queering the Script. È cosa ormai nota il trattamento delle protagoniste lesbiche nelle serie tv che decisamente meritano di più (siamo onesti, quanti happy endings possiamo contare in tutto?), così come l’incredibile impatto delle fan che col tempo hanno acquisito sempre più potere.

Passando infine per i luoghi della comunità LGBTQ+ americana in All We’ve Got di Alexis Clements e la storia della rivista Deneuve – un’istituzione della comunità lesbica – in Ahead of the curve di Jen Rainin, la rassegna di questa nuova edizione di Immaginaria celebra il cinema indipendente di e per le donne. Un insieme di storie, racconti, visioni e pensieri da tutto il mondo che ci accomunano tutte in un’unica battaglia. A partire dalla sua fondazione nel 1993, il festival continua a ispirare invitando a portare nella realtà ciò che vediamo nella finzione e a prendere come esempio le donne di tutti i tempi. Immaginaria è un festival necessario oggi più di ieri, per comprendere e poi agire.
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