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Lasciali Parlare | Il (grande) film di Steven Soderbergh e l’arte della scrittura

Meryl Streep, tra rimpianti e rimorsi, è la scrittrice Alice Hughes. La pellicola è in streaming su CHILI

Lasciali Parlare (Let Them All Talk)
Lasciali Parlare (Let Them All Talk)

ROMA – Vedendo Lasciali Parlare (o Let Them All Talk, titolo originale, arrivato in streaming su CHILI) ci ripetiamo continuamente come sia possibile che Steve Soderbergh sia un regista così sottovalutato. È vero, ha vinto un Oscar nel 2001 (per Traffic), ma la sua filosofia cinematografica – che salta con intelligenza da un genere all’altro – non è mai citata tra quelle dei grandi autori contemporanei. Eppure, Lasciali Parlare, che arriva due anni dopo il controverso Panama Papers, (di)mostra il suo talento di narratore sofisticato e brillante, portandoci con la Alice Hughes di Meryl Streep sul transatlantico Queen Mary 2, che da New York City fa rotta oceanica verso Southampton. Alice, secondo la sceneggiatura di Deborah Eisenberg (autrice di short-stories), è una scrittrice premio Pulitzer impegnata a scrivere il suo ultimo romanzo ancora top secret, anche se l’editore vorrebbe tanto sia il sequel del suo libro più venduto.

Meryl Streep è Alice Hughes in Lasciali Parlare
Meryl Streep è Alice Hughes in Lasciali Parlare

Qui, il tris Soderbergh-Eisenberg-Streep fa la prima analisi: qual è lo stato attuale della letteratura e, più in generale, dell’arte? È possibile che un Premio Pulitzer non abbia la libertà di scrivere ciò che vuole, prostrandosi alle regole di un mercato che vorrebbero solo sequel e remake come conseguente pigrizia del (nuovo) pubblico? Alice, continua Lasciali Parlare, viene invitata in Inghilterra per ritirare un prestigioso premio e, per raggiungere Londra, sceglie appunto un viaggio di sette giorni sullo splendido transatlantico. Per l’occasione decide di portare con sé il suo amato nipote Tyler (Licas Hedges) e le sue vecchie amiche, Roberta e Susan (Candice Bergen e Dianne Wiest), che non sente da tempo e con cui ha lasciato in sospeso diverse e importanti questioni. Non solo, ecco che sulla nave si intrufola anche l’agente di Alice, Kare (Gemma Chan), intenta a scoprire cosa si nasconde dietro la nuova, attesa opera.

Lasciali Parlare
I protagonisti del film

Dunque: dallo stato dell’arte alle parole non dette, Steven Soderbergh (e sempre su CHILI trovate una vetrina a lui dedicata) fa di Lasciali Parlare una pellicola tanto profonda da sembrare – a tratti – incredibilmente naif. Verbosa eppure mai noiosa, costipata nelle scene e negli ambienti (hanno girato davvero durante una transoceanica) ma pronta ad esplodere. Come esplodono quei discorsi sopiti per anni, finendo per corrodere irrimediabilmente cuore e cervello. Il personaggio di Roberta, per esempio, ce l’ha con Alice perché (forse) ha ispirato più o meno direttamente uno dei libri più popolari della scrittrice. Questo ha mandato all’aria il suo matrimonio, covando un profondo rancore verso quell’amica che avrebbe avuto successo sfruttando una storia decisamente intima.

lasciali parlare
Sul ponte della Queen Mary II

Ed è proprio sull’intimità che Soderbergh va a proseguire il suo discorso cinematografico: Lasciali Parlare in due ore scarse racconta la complessità dei rapporti umani, ma anche la sua correlata semplicità quando si decide di dire la verità, provando a seppellire sotto una montagna di buone intenzioni tutti quei rimorsi che non fanno dormire la notte. Ma cosa accade quando è troppo tardi? Restano le intenzioni, restano gli insegnamenti ma restano anche i rimpianti. E la figura, di Alice, sempre accompagnata fuori scena dalla strepitosa musica di Thomas Newman, ne è l’emblema assoluto: si nasconde dietro l’enigma letterario, barricandosi in una nave che l’accompagna verso una consapevolezza che non sarà più la stessa.

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Qui potete vedere i primi 10 minuti in anteprima:

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