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Il Tuttofare | Sergio Castellitto, Lazarillo de Tormes e la storia vera dietro il film

La pellicola di Valerio Attanasio? Liberamente ispirata a un romanzo picaresco spagnolo del 1554

Il Tuttofare
Il Tuttofare

ROMA – Era il 2018 quando Valerio Attanasio riceveva la candidatura ai Nastri come Miglior Regista Esordiente. Il film in questione era Il Tuttofare, in cui spiccavano i due protagonisti maschili. Da una parte Sergio Castellitto, dall’altra il giovane Guglielmo Poggi. Due generazioni a confronto per la storia di Antonio, assistente sfruttatissimo del suo borioso professore, Toti Bellastella. Il ragazzo, per il prof, fa letteralmente di tutto, anche fargli sposare la sua amante argentina, così da farle ottenere la cittadinanza. Certo è che Il Tuttofare, con la colonna sonora di Pivio e Aldo De Scalzi, ha una storia sentita molte, troppe volte in campo universitario, tra studenti succubi, baroni e professori senza scrupoli.

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Sergio Castellitto e Guglielmo Poggi

Eppure, Attanasio, per il film, è andato molto più indietro e ha preso spunto nientemeno che dal capolavoro spagnolo Lazarillo de Tormes, di autore sconosciuto e datato 1554, che raccontava le assurde vicende di un vagabondo disposto a tutto per trovare una dimensione accettabile nella Spagna di Carlo V, in cui imperversava un profondo disagio sociale e una radicata crisi economica. L’opera, che è a conti fatti il primo vero romanzo picaresco, è narrato appunto in forma autobiografica. Lazarillo vive di espedienti, di sotterfugi, di illegalità. È asservito ad un mendicante, ad un prete e ad un ispettore, finendo poi – come ne Il Tuttofare – a sposare la serva di un banditore di vini.

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Sul set

E, a proposito della storia vera da cui è liberamente tratto il film, Attanasio ha spiegato l’origine: «Così come avviene nel romanzo picaresco, alla figura di questo giovane ancora alla ricerca del proprio posto nel mondo ho contrapposto il personaggio di un potente, che diviene per il ragazzo una sorta di maestro, un mentore: Toti Bellastella, raffinatissimo ed elegantissimo professore universitario, principe del foro, che predica il bene ma nel privato si comporta come gli pare e piace proprio in virtù dei privilegi acquisiti. Una figura che ho immaginato come la summa di certi personaggi tipici della commedia all’italiana: i cialtroni, ovvero coloro che nascondono una grande scaltrezza dietro una facciata di apparente rispettabilità».

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Una scena del film

Ma non è la prima volta che Lazarillo de Tormes ispira un film. Oltre a Il Tuttofare, che come detto fa del romanzo uno spunto di partenza, legandosi poi a tante piccole vicende personali di figure come quella dei protagonisti, l’opera picaresca è stata portata al cinema per la prima volta nel 1959 da César Fernandeza Ardavin, con cui ha vinto l’Orso d’Oro a Berlino, e poi da Mario Monicelli nel 1987, che con I Picari – film ad episodi – mise insieme un cast all star: Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Giancarlo Giannini, Paolo Hendel ed Enrico Montesano. Alle musiche altri due grandissimi: Mauro Malvasi e Lucio Dalla. E la storia continua…

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