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Hysteria, Maggie Gyllenhaal e quella strana storia vera dietro al primo vibratore

Un film, una storia vera, un’invenzione: ma da dove nasce il film diretto da Tanya Wexler?

Hysteria
Hysteria, o la vera storia dietro al vibratore

MILANO – Diciamolo subito: a sentire la storia, verrebbe da pensare immediatamente ad una barzelletta oppure ad una bella commedia irriverente, ed è proprio questo quello che ne ha fatto Tanya Wexler nel suo Hysteria, con Rupert Everett, Hugh Dancy, Maggie Gyllenhaal e Felicity Jones. Una commedia in stile puramente british che, in realtà, è però altro, una storia vera che affonda le radici in una delle tante supposizioni che hanno attanagliato la medicina e la psichiatria per migliaia di anni. I fatti, però, prima di tutto: siamo nell’Ottocento e medici e psicanalisti combattono per trovare una cura a quello che viene definito il “male del secolo”, cioè l’isteria femminile.

Hysteria
Maggie Gyllenhaal e High Dancy in una scena di Hysteria

Dall’antichità all’inizio del Ventesimo secolo si era convinti che gli sbalzi d’umore, la cecità temporanea, gli attacchi nevrotici e di ansia e le convulsioni collegati con l’isteria fossero da associare a un malfunzionamento degli organi sessuali femminili. L’isteria poteva presentarsi in forme più o meno gravi, e in epoca di caccia alle streghe era persino considerata come una manifestazione satanica. Qual era allora la cura a cui si era approdati? Sembra strano a dirlo, ma era la masturbazione. Attraverso i massaggi pelvici e il raggiungimento di forti parossismi, i medici credevano di poter porre fine agli attacchi isterici.

Parossismi, bene inteso, perché la società dell’epoca era estremamente pudica e si guardava bene dall’involvere qualsiasi cosa potesse riguardare la sfera erotica o sessuale, tutto era collegato invece al sistema nervoso. Ecco allora la storia vera: qui entra in gioco il dottor Joseph Mortimer Granville, medico dalle idee progressiste convinto di poter rivoluzionare la medicina. Non accetto negli ambienti accademici, si fa assumere nello studio del dott. Dalrymple, esperto nella cura dell’isteria femminile. Ispirandosi al progetto per una sorta di aspirapolvere ante-litteram di un amico, nel 1833 Granville brevetta il primo vibratore elettrico. Per lui, si trattava di una vera e propria rivoluzione, in quanto avrebbe reso più efficace il trattamento e avrebbe anche agevolato il medico che lo somministrava.

Hysteria
Le vere pubblicità dell’epoca

Ma forse non si era reso conto che la sua invenzione sarebbe invece di lì a poco diventata un simbolo dell’emancipazione femminile. Se ne rese conto Charlotte, una delle due figlie di Dalrymple. Convinta femminista, aveva sempre rifiutato le teorie legate all’isteria, sostenendo che invece la frustrazione e lo stress che portavano agli attacchi fossero da imputare alla condizione della donna, relegata in una società sessista e patriarcale. Nonostante gli sforzi di Granville per la medicina – e nonostante per i primi anni l’uso del vibratore venne giudicato dalla società come qualcosa di sbagliato – la sua invenzione si rivelò essere una liberazione per la sfera sessuale e il piacere personale delle donne. Sarà infatti Charlotte a spingere e promuovere l’uso del nuovo vibratore come un normale strumento casalingo, a disposizione delle donne nel privato delle proprie abitazioni. E da allora, il vibratore ha continuato ad evolversi, a fianco dell’emancipazione femminile.

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