ROMA – “Oh my God do I Try, I try all the time, in this institution. And I pray, oh my God do I Pray, I Pray every single day, for a revolution”. Quasi a metà film, Cameron Post alias Chloë Grace Moretz sale sul tavolo della cucina dell’aberrante istituto di correzione sessuale, urlando What’s Up delle 4 Non Blondes. Un film forte e fresco, La Diseducazione di Cameron Post (potete recuperarlo qui su CHILI), premiato al Sundance e diretto da Desiree Akhavan, una delle registe di nuovo corso da tenere d’occhio, nata a New York da genitori iraniani, emigrati negli States dopo la Rivoluzione del ’79. Ma c’è anche un po’ d’Italia in Cameron Post – tratto dal romanzo di Emily M. Danforth – dato che la sceneggiatura è firmata da Cecilia Frugiuele, e incentrata sull’esperienza di Cam in un istituto cattolico, conservatore e brutale, dedito a ”guarire” dall’omosessualità. Nel cast, oltre la Moretz, anche Forrest Goodluck e Sasha Lane, già folgorante nell’esordio di American Honey. Un terzetto bellissimo, di cui la regista va fiera. Ed ecco quello che ha raccontato ad Hot Corn.
Intervista di Damiano Panattoni
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