Davide Merola MILANO – C’è un appena diciottenne Glen Powell in Fast Food Nation di Richard Linklater: era il 2006. I due non si sono rincrociati per altri dieci anni, quando uscì Everybody Wants Some!! sequel spirituale di quella pietra miliare della filmografia di Linklater, Dazed and Confused. Glen Powell ricompare poi nel 2022 come voce in Apollo 10 e mezzo (su Netflix), ritorno alla tecnica del rotoscopio per Linklater dopo A Scanner Darkly, passato un po’ in sordina a causa della sua distribuzione in streaming, ma decisamente un ritratto valido e nostalgico, dal sapore autobiografico. Nel frattempo Powell è cresciuto, incannellando ruoli e film giusti: Top Gun: Maverick e Tutti tranne te con Sydney Sweeney, rom-com che lo ha consacrato al grande pubblico non solo per il suo innegabile carisma, ma anche per un discreto talento che timidamente iniziava a venire fuori.
Poi nel 2023 Powell si ricongiunge a Linklater in veste di attore protagonista e, incredibilmente, anche in quelle di co-sceneggiatore. L’occasione? Hit Man – Killer per caso, uno dei film più apprezzati a Venezia 80 dove è arrivato fuori concorso, che racconta la storia (quasi) vera di Gary Johnson, un professore di psicologia un po’ impacciato che vive con i suoi gatti e collabora sotto copertura per il dipartimento di polizia di New Orleans. Quando gli viene chiesto di fingersi un killer per sventare possibili omicidi e incastrare i mandanti, si rivela incredibilmente abile, grazie anche ai camaleontici travestimenti di cui è capace. La sua doppia e solida identità viene messa in crisi dall’affascinante Madison (Adria Arjona), che gli commissiona l’uccisione del marito. Tra i due nasce una relazione che ribalterà ruoli e certezze in un travolgente e intenso mix di situazioni comiche, bollenti e pericolose.
Hit Man è un film camaleontico come il suo protagonista. Sembra un noir, forse un po’ atipico anche se la struttura è quella, poi ribalta completamente lo scheletro della storia trasformandosi in una commedia romantica (anche qui i presupposti ci sono tutti) mentre la trama prosegue e le battute vengono recitate. E che recitazione! Powell trova la sua miglior performance, forse merito anche di un rapporto consolidato negli anni con Linklater che gli permette di brillare davanti alla camera. I due, insieme, creano un personaggio ingenuo ma per niente banale, esilarante e intelligente, mai scontato. Tutte le parole di Gary Johnson sono delle buone parole (per citare la frase segreta del personaggio nel film): trovate un altro film che inserisce così bene Es, Io e Super-io in un contesto da rom-com! Dove c’è Powell pare esserci sempre chimica, e anche stavolta con la sua controparte Arjona, Hit Man non è da meno.
È un bel calderone bollente questo film. Dentro cuociono tanti stilemi e strumenti noti della narrazione che aspettano solo di venir ripescati in veste nuove. Qui si vede la grande capacità di un regista come Richard Linklater che si è fatto le ossa, sperimentando e cercando sempre strade nuove anche per raccontare le più classiche delle storie, ed è il caso di Hit Man, sicuramente tra i film più interessanti dell’anno: scaltro, ammiccante, brillante. Cinema intelligente che sa sfruttare tutti i suoi assi nella manica.
- OPINIONI | Tutti tranne te, la recensione
- LONGFORM | Boyhood, dieci anni dopo
- VIDEO | Qui per il trailer di Hit Man:
Lascia un Commento