NEW YORK – Qualche sera fa siamo stati in quello che i newyorchesi chiamano The Garden, ma conosciuto dal resto del mondo come Madison Square Garden. Con noi c’erano 18.000 studenti delle scuole pubbliche che per la prima volta nella storia della più famosa arena della costa Est statunitense hanno potuto assistere allo spettacolo To Kill a Mockingbird (Il buio oltre la siepe). L’arena era in fermento, e prima che la performance cominciasse il sindaco di New York Bill de Blasio e la moglie Chirlane McCray hanno voluto parlare con i giovani invitandoli «a trovare ispirazione nell’opera teatrale unendosi nelle cause della giustizia sociale, compresa la lotta al cambiamento climatico».
«A questi personaggi viene presentata una sfida e devono decidere se hanno il potere o se qualcuno gli porterà via il potere dalle mani», ha aggiuno De Blasio rivolgendosi a una folla urlante di studenti delle scuole medie e superiori. «Quindi, vi invito a riflettere sul momento che stiamo vivendo. Questa generazione e voi tutti state affrontando alcune delle sfide più grandi che si siano mai viste, in particolare quella del riscaldamento globale. L’unico modo per cambiare il mondo è decidere che debba essere il mondo a cambiare».
La storia de Il buio oltre la siepe, con cui Harper Lee vinse il premio Pulitzer , ruota attorno a un avvocato, Atticus Finch (Ed Harris, che ha sostituito Jeff Daniels negli ultimi mesi), che difende un uomo di colore accusato falsamente di aver stuprato una giovane donna caucasica nelle campagne dell’Alabama degli anni trenta. Aaron Sorkin – che ha notoriamente scritto West Wing – è bravo a illuminare il dietro le quinte del processo legale qui, sia ufficiale che non, tra cui una tranquilla visita a domicilio del giudice presiedente e un tentativo meno tranquillo dal padre della donna di attaccare Finch (e anche di prendere parte a un tentativo di linciaggio del suo cliente).
Il regista Bartlett Sher mette la drammatica narrazione in scena principalmente nell’aula di tribunale, intrecciandola perfettamente con i momenti legati alla vita domestica di Finch, mentre i suoi due mondi si scontrano. Data l’ascesa del nazionalismo bianco nell’America di Trump, molti di quello che si è visto sul palco risulta molto attuale. Considerando, inoltre, che la maggior parte degli studenti presenti sono afroamericani, vederli così coinvolti durante lo spettacolo non fa che piacere e rende tutto ancora più appassionante e avvincente.
A fine serata, il regista Spike Lee, che conosce fin troppo bene New York, ha raccontato la sua esperienza con Il Buio Oltre la Siepe nelle scuole pubbliche e come sia stata fondamentale per capire quello che sarebbe diventato poi. «Questo spettacolo non riguarda solo alcune persone che vivevano nel Sud decenni fa, riguarda ognuno di voi», ha detto Lee. «Dopo aver guardato questo show ci sono un paio di domande su cui voglio che riflettiate, sul potere dell’individuo di fare un cambiamento nella società. Credete che una persona possa portare un cambiamento?». La speranza di Lee è che la performance abbia ispirato il giovane pubblico a fare arte o a pensare al proprio posto nel mondo.
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