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Ho conosciuto Hal Willner molto tempo fa | Fellini, Nino Rota e un ricordo

Sandra Milo, quella copertina, New York: il responsabile dell’archivio Rota ricorda il produttore

Un'iimagine di Hal Willner. Nato nel 1956, è scomparso lo scorso 7 aprile a causa del Coronavirus. Aveva 64 anni.

MILANO – Ho conosciuto Hal Willner molto tempo fa, all’inizio degli anni Ottanta quando venne a Roma per presentare il suo primo disco tribute dedicato alle musiche di Nino Rota per Federico Fellini. Fellini gli aveva generosamente concesso l’uso di un suo bellissimo articolo dedicato al musicista amico e compagno di avventure artistiche. Così Hal sentì il dovere di venire a portare personalmente una copia del suo lavoro al grande regista italiano. Anni dopo mi raccontò di una scena comica e imbarazzante avvenuta proprio a casa di Fellini. Il disco, siamo ai tempi del vinile, aveva una bellissima foto di Sandra Milo in copertina, molto colorata e sgargiante. Quando Giulietta Masina, moglie del regista entrò in salotto, Fellini con mossa fulminea fece sparire il 33 giri che faceva bella mostra di sé sopra un tavolo.

Hal Willner
Sandra Milo sulla copertina di Amarcord Nino Rota, prodotto da Hal Willner nel 1981.

Hal non riusciva a darsi una spiegazione di questa reazione apparentemente senza motivo, visti i complimenti ricevuti per il lavoro. Gli fu tutto chiaro quando un amico, anni dopo, ebbe modo di spiegargli che la Milo era stata qualcosa di più di un’attrice per Fellini, e che i rapporti fra la Milo e la Masina non erano propriamente idilliaci. Me lo raccontò con il divertimento di chi, suo malgrado, si sentiva di aver partecipato ad una scena cinematografica a casa di uno dei più grandi registi del mondo. Questa semplicità e bonomia nei rapporti umani, gli aveva consentito negli anni di entrare in rapporti di amicizia con alcuni dei più grandi musicisti della scena internazionale.

Hal Willner
Hal Willner in una foto a uso stampa che circolava negli anni Ottanta.

I musicisti sono abbastanza spesso persone difficili perché, come scriveva Savinio: «[…] il musicista non partecipa della comune specie umana, ma egli è in mezzo a noi terrestri come un animale aquatico o come un animale dell’aria. Il suo elemento non è di quelli in mezzo ai quali viviamo noi, ma la musica, la quale di per se stessa non è un’arte, come siamo usati di dire, ma un elemento vero e proprio: il più lontano da noi, il più estraneo. E il musicista pertanto compie uno sforzo continuo uno sforzo “doloroso” a vivere in mezzo a noi, come un pesce esiliato dal mare e condannato a respirare la nostra medesima aria; faticando le branchie e ansimando».

Hal Willner
Hal Willner tra Beth Orton, Jarvis Cocker e Lou Reed a Dublino nel 2006 per il tributo a Leonard Cohen.

Ecco, Hal non amava solo la musica come molti di noi, ma era capace di amare e comprendere i musicisti, anche i più difficili. Grazie a questa dote rarissima, nella mia lunga esperienza nel mondo della musica quelli come Hal si contano sulle dita di una mano, poteva guidarli su sentieri inesplorati e originalissimi. Sentivano che lui comprendeva appieno quanto poteva essere difficile abitare la dimensione musicale e si fidavano di lui, certi che alla fine tutto si sarebbe composto armoniosamente. L’ho visto l’ultima volta lo scorso luglio, a New York, nel suo studio, abbiamo parlato come al solito di musica e poi di cani, a casa sua era da poco arrivato un cucciolo di pastore australiano. Non aveva mai avuto cani in vita sua, era molto curioso ed eccitato di capire quali rapporti si potessero instaurare con un essere così empatico con l’uomo ma privo della parola…

* Negli anni conduttore radiofonico, produttore musicale, musicologo e responsabile dell’Archivio Nino Rota.

  • Qui potete rivedere il tributo del Saturday Night Live a Hal Willner:

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