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Grand Tour | Gonçalo Waddington, Crista Alfaiate e il viaggio nel sogno di Miguel Gomes

La lavorazione, Rossellini, Herzog, la pandemia, il tempo. Prossimamente al cinema con Lucky Red

Il regista Miguel Gomes e il suo ultimo lavoro: Grand Tour, prossimamente al cinema con Lucky Red
Il regista Miguel Gomes e il suo ultimo lavoro: Grand Tour, prossimamente al cinema con Lucky Red

ROMA – Presentato in concorso alla 77esima edizione del Festival di Cannes dove è stato insignito del Prix de la mise en scéne, co-prodotto dall’italiana Vivo Film e prossimamente al cinema con Lucky Red, Grand Tour, ultimo lavoro del regista portoghese Miguel Gomes, racconta di Edward (Gonçalo Waddington), un funzionario pubblico dell’Impero britannico che nel 1917, a Rangoon, in terra birmana, scappa dalla sua fidanzata Molly (Crista Alfaiate) il giorno in cui lei arriva per sposarsi. Durante i suoi viaggi, però, il panico lascia il posto alla malinconia. Contemplando il vuoto della sua esistenza, il codardo Edward si chiede cosa ne sia stato di Molly. Determinata a sposarsi e divertita dal trasloco di Edward, Molly segue le sue tracce in un formidabile grand tour asiatico.

Gonçalo Waddington in un momento del film
Gonçalo Waddington in un momento del film

Grand Tour è nato dalla visione e dall’intenzione di Gomes di tracciare un parallelo tra il tempo reale della narrazione e la finestra temporale delle riprese. Su sua diretta ammissione: «Vogliamo anche filmare il percorso in 16mm, per creare una registrazione del viaggio che potremo utilizzare nel film. Sarà una sorta di reportage del presente che collega con quanto accaduto nel passato, nel 1918, in un’Asia immaginaria ricreata in studio. Si tratta meno di gestire la discontinuità tra due periodi di tempo diversi, quanto di creare continuità tra lo studio e il mondo, tra il 1918 e il 2022, dando vita a una sequenza temporale cinematografica unica attraverso il montaggio. Riteniamo che sia meglio che lo spettatore creda da solo piuttosto che il cinema lo convinca di qualcosa».

Grand Tour di Miguel Gomes, co-prodotto da Vivo Film, prossimamente al cinema con Lucky Red
Grand Tour di Miguel Gomes, co-prodotto da Vivo Film, prossimamente al cinema con Lucky Red

Un senso del tempo cinematografico che esiste al di fuori del tempo stesso e che vive, in Grand Tour, in una fuga-e-rincorsa fatta di contrasti tematici, doppiezze, incomprensioni, cortocircuiti e riavvolgimenti, e poesia, sogno, reale e irreale, che finiscono con il dare forma a una narrazione frammentaria, libera, contaminata di estetiche di cinema muto e anacronismi. Un’opera stratificata, debitrice, nell’inerzia narrativa, de Il gentiluomo in salotto di William Somerset Maugham del 1963 e perfettamente in linea con il suo stile non convenzionale fatto di continue reinvenzioni ed esplorazioni. Soprattutto esplorazioni. Nelle intenzioni di Gomes, Grand Tour avrebbe preso vita come un percorso narrativo attraverso un viaggio di cinque settimane attraverso il sud-est asiatico: e quindi Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam, Filippine e Giappone.

Crista Alfaiate in una scena di Grand Tour
Crista Alfaiate in una scena di Grand Tour

Un viaggio intrapreso da Gomez all’inizio del 2020, con una fotocamera da 16 mm in mano, e bruscamente interrotto dall’esplosione della pandemia da COVID-19, costringendolo a darvi forma a distanza con l’aiuto di una troupe tecnica (supervisionata dal Portogallo) incaricata di terminare le riprese che aveva previsto per il viaggio interrotto. Un’esperienza insolita per Gomes: «Mi stupisce davvero pensare che tutto possa funzionare così bene in questo modo. Sfida le convinzioni profondamente radicate di Rossellini e gli impulsi di Herzog». Il risultato è un Grand Tour opera immaginifica, giocosa, ironica e dall’essenza romantica, intrisa di personaggi pittoreschi e di immagini pure che dà forma a un linguaggio filmico nuovo, originale, con cui ridiscutere le abituali logiche del racconto. Imperdibile.

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  • VIDEO | Qui per il trailer del film: 

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