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Gaspar Noé: «Climax? La danza ossessiva nel mio film più libero e folle»

Il ballo, l’horror, la musica: il regista racconta il suo ultimo lavoro, appena arrivato in sala

Il regista sul set del film

MILANO – Chi è Gaspar Noé? Senza dubbio, è uno tra i più controversi registi degli ultimi vent’anni. E, anche con la sua ultima opera, Climax, non ha mancato di far parlare di sé, arrivando in sala (grazie ad Europictures) con il visto censura che lo ha vietato, addirittura, ai minori di 18 anni. Com’è Climax? Ci risponde direttamente il regista, riassumendo il film come fosse una contorta visione di cinema, uno show di acrobazie, da cui è difficile staccare gli occhi, ma che ha anche avuto una delle produzioni più veloci e soddisfacenti del suo cinema.

Sul set insieme a Gaspar

LA GENESI «Come nasce Climax? Negli ultimi anni avevo questa idea di fare un film sulla danza, ma serviva convincere i produttori per trovare i finanziamenti. A gennaio siamo riusciti a trovare il cast, a febbraio ho cominciato a girare e dopo quattro mesi ho finito tutto. Sono state le riprese più veloci che abbia mai fatto e, allo stesso tempo, sono state anche le più spontanee. I dialoghi, l’interazione con i ballerini, tutto quanto. Non solo, è stato il lavoro più libero e il più collettivo a cui abbia mai preso parte».

Una scena di Climax

BALLO & SESSO «Adesso pensa a quando vai in un night club o in discoteca. Sei lì, passi la serata ballando, e quando lo fai spesso lo scopo è quello di riuscire a portare una persona a letto con te. Tutta la sessualità ruota intorno alla danza. C’è una connessione molto forte tra le due cose. Anche se non so bene perché ancora ci sia questo stereotipo che i ballerini siano anche bravi al letto… Mah».

Gaspar Noé
Il cameo di Gaspar Noé in Climax

MUSICAL «No, non direi di essere un gran fan dei musical, né delle coreografie in generale o del concetto di danza in sé. I ballerini di Climax fanno principalmente acrobazie, credo che sia per questo che il film ha successo, perché gli occhi degli spettatori rimangono ipnotizzati dai volteggi e tu vorresti guardarli continuamente. E magari imitarli. Ora che ci penso, non sarò un grande appassionato, ma devo dire che Jennifer Beals in Flashdance era incredibilmente bella e sexy…».

PUNTO MASSIMO «Sono al climax della mia carriera? Non lo so, non saprei dirlo. Magari domani potrei rimanere ucciso in un incidente di macchina oppure arrivare fino a novant’anni. Di certo, però, più film fai e più prendi confidenza con il linguaggio. Mio padre è un pittore. Molti pittori raggiungono il punto massimo della loro carriera a quaranta o cinquant’anni, altri anche oltre, e mio padre non è mai stato tanto creativo come adesso: ha ottantacinque anni. Magari potrei essere come lui».

climax
Sofia Boutella, una dei protagonisti di Climax

LA MENOPAUSA? «Sentite questa: in Russia hanno dovuto cambiare il titolo del film. Il motivo? Perché per loro Climax sta per menopausa e hanno pensato fosse il caso di distribuire il film con un altro nome. Per quanto riguarda invece l’opera, lì il climax si raggiunge esattamente al suo centro. È come quando arrivi sulla cima di una montagna, da quel punto puoi soltanto cominciare a cadere».

Il Climax di Noé

I REGISTI PREFERITI «Sono ossessionato dal cinema italiano degli anni Settanta. Ossessionato. Di certo i film di quegli anni della vostra filmografia contenevano qualcosa di meraviglioso che è stato poi perduto, ipotizzo. Di quegli anni amo anche il cinema tedesco, vedi Fassbinder. Ci sono sempre dei periodi in cui una cinematografia nazionale è all’apice, è una cosa ciclica. Adesso è un ottimo momento per la Danimarca, anche se ci sono davvero molti registi contemporanei che apprezzo: Haneke, Kechiche, Von Trier. E Darren Aronofsky, che è davvero pazzo. Sono autori i cui film mi rimangono addosso, impressi e fissati negli occhi».

ENTER THE VOID «Quando ho girato Enter the Void ho capito che avevo bisogno di sonorità sperimentali, musiche che ricordavano melodie anni Settanta, qualcosa che richiamasse anche la techno. Nei miei ultimi film, specialmente in Love e Climax, ci sono momenti da videoclip, visto che la musica c’è praticamente sempre. Climax ha una durata di novantaquattro minuti e tutti e novantaquattro sono di musica. Credo che la musica crei un senso di empatia con ciò che vediamo sullo schermo, a volte richiama momenti della nostra vita, ed è per questo che utilizzo anche brani conosciuti».

Qui potete vedere il trailer di Climax:

 

 

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