VENEZIA – Gabriele Salvatores porta, Fuori Concorso a Venezia, il suo viaggio nei Balcani, seguendo le tracce di un padre e di un figlio, protagonisti del film tratto dal libro di Fulvio Ervas, Tutto il mio folle amore. Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono: tanti i nomi di rilievo che il cineasta sceglie per il suo nuovo progetto, tra sentimenti e musica, con al centro l’esordiente Giulio Pranno. E, al Lido, Salvatores, ha raccontato aneddoti ed esperienze vissute sul set del suo film – in sala dal 24 ottobre -, fino al motto cinese che ha guidato le scelte del regista.

NAPOLI E TRIESTE «Sono nato a Napoli e trovo che Trieste abbia molte cose in comune con la mia città natale. Ma per Tutto il mio folle amore erano i Balcani ciò che veramente ci interessava, erano necessari. Ci serviva un confine reale a cui far corrispondere quello metaforico. I Balcani hanno un’atmosfera malinconica, quasi fatalista, e anche questa mi ricorda la mia città. Trieste, comunque, è una città in cui potrei vivere, anche se ora non lascerei mai Milano».

ON THE ROAD «Cosa mi ha riportato sulla strada? Il mio bisogno di ritornare lì, dove la vita scorre. C’è un proverbio cinese che seguo sempre e dice: fai come l’acqua, che va cercando luoghi bassi perché è lì che c’è la vita vera. E poi, volevo provare a sentirmi di nuovo giovane».

L’ACQUA «È innegabile che l’acqua sia un elemento molto importante nel film, in particolare per il personaggio di Valeria Golino. Nel film è una madre che ha grandi difficoltà. La prima volta che ci viene presentato il suo personaggio si trova in acqua e quando il film finisce è su un traghetto. È quasi come se partorisse una seconda volta. Perché l’acqua non solo è il simbolo dell’inconscio, ma rappresenta anche il liquido amniotico».

VIAGGIARE «È vero, ho affrontato spesso il tema del viaggio. È un argomento che gli autori che preferisco ripercorrono spesso. Solo a pensare a Shakespeare, il drammaturgo ne parla in tantissime opere, da Come vi piace a La tempesta fino a Sogno di una notte di mezza estate. Spostare i protagonisti per metterli di fronte a nuove situazioni. Ritornerò su questo tema? Non lo so. Ma i viaggi possono essere anche interiori, magari sono meno faticosi, ma non significa certo che siano meno impegnativi».

GIULIO PRANNO «L’attore che interpreta Vincent? Non lo conoscevo prima. Il nostro direttore dei casting ha avuto un’idea geniale: andare al Centro Sperimentale di Roma e provinare tutti quelli che non avevano passato l’esame. Giulio Pranno non aveva nemmeno più voglia di continuare a recitare, ma il suo buon cuore e la sua sincerità ci hanno convinto. Questo ha reso facile dirigere lui e il resto del cast, un gruppo di attori che sono diventati anche autori, per costruire tutti insieme il film».
- Tutto il mio folle amore | Gabriele Salvatores racconta il film su Instagram
Qui il trailer di Tutto il Mio Folle Amore:
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