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IL PERSONAGGIO | Da Pippo Calò a Luca Bertozzi: il cattivo secondo Fabrizio Ferracane

Da Il Traditore a Non mi uccidere: l’attore e la singolare evoluzione della sua figura da villain

Cattivo per davvero: Fabrizio Ferracane in Non mi uccidere.

ROMA – Dal cassiere di Cosa Nostra al fantasy, dalla Sicilia all’Alto Adige: ma com’è successo? Andiamo con ordine: in una scena di Non mi uccidere vediamo Mirta (Alice Pagani) risvegliarsi in un cimitero, dopo essere morta insieme al suo Robin (Rosso Fasano) con il quale si era promessa amore eterno. Non sa però che c’è qualcuno sulle sue tracce. Chi? Luca Bertozzi, misteriosa figura a capo dei Beneandanti,  uomini a caccia di Sopramorti, giovani ragazzi e ragazze morti di morte violenta come Mirta. E chi interpreta Luca Bertozzi? Fabrizio Ferracane che, sigaretta e bastone, riesce a dare vita ad un villain magnetico e oscuro che concorre all’evoluzione della protagonista e ci svela un mondo notturno fatto di creature soprannaturali, hotel abbandonati e realtà sconosciute.

Il fascino del male: Fabrizio Ferracane in Non mi uccidere.

Insomma, un altro bel ruolo per l’attore siciliano, transitato dalle trame mafiose di Marco Bellocchio ne Il Traditore ai boschi fantasy di Non mi uccidere con il solito talento da fuoriclasse che – oltre a Anime nere – avevamo visto all’opera anche in un altro ruolo da cattivo reale: ricordate il glaciale Michele Sindona in Giorgio Ambrosoli – Il prezzo del coraggio? In curriculum però qualche ruolo da buono lo ha Ferracane, vedi l’Umberto Santino de Felicia Impastato oppure, visto l’anno scorso, il papà di Domenico Abbate alias Emanuele Misuraca ne La Compagnia del Cigno, palermitano a Milano, ma lo vedremo anche in La terra dei figli di Claudio Cupellini tratto dal fumetto di Gipi, Leonora Addio di Paolo Taviani e Il paradiso del pavone di Laura Bispuri.

Ferracane nel ruolo di Pippo Calò ne Il Traditore.

«Interpretare il capo dei Beneandanti in Non mi uccidere? Senza dubbio un’esperienza molto curiosa», ha raccontato a Hot Corn l’attore. «Andrea De Sica mi ha guidato meravigliosamente e insieme abbiamo trovato vari ‘giochi’ per far crescere la fascinazione del personaggio, ad esempio indossando dei guanti in lattice o rendendolo leggermente claudicante. Il grande lavoro poi che è stato fatto sul piano della scenografia mi ha aiutato molto ad entrare in questo nuovo ruolo e a calarmi in quel mondo…». E allora: ci vediamo al prossimo villain…

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Qui invece la nostra intervista ad Andrea De Sica:

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