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Fabio Frizzi: «Lucio Fulci, l’horror, i miei maestri e quella ballata di Fantozzi…»

Fulci e gli horror, ma anche Sindoni, Fantozzi e Riz Ortolani: faccia a faccia con il compositore

Fabio Frizzi in un momento di composizione.

BUSTO ARSIZIO – L’amico Lucio Fulci e l’horror, ma anche la commedia e la ballata di Fantozzi, il tour americano e i riferimenti: a Busto Arsizio ospite del BAFF – B.A. Film Festival, Fabio Frizzi si prende un po’ di tempo per riflettere e guardarsi indietro con Hot Corn, facendo il bilancio di una carriera cominciata nel 1968 con Vince Tempera su Ed ora… raccomanda l’anima a Dio! e che ha raccontato in Backstage di un compositore, la sua autobiografia uscita l’anno scorso. «Se mi capita di riascoltare le mie vecchie composizioni? Sì, a volte, ma devo dire che tendo ad assolvere quel giovane Fabio», ride Frizzi, «tendo a non essere eccessivamente critico».

Fabio Frizzi, su sfondo verde…

I MIEI RIFERIMENTI – «I maestri? Riz Ortolani, lo cito per primo. Ricordo un suo meraviglioso tema firmato per La freccia nera, un tema che ho ascoltato e riascoltato. Poi dico Ennio Morricone: mio padre ha lavorato come distributore e ricordo bene quando andammo a vedere C’era una volta il West in una proiezione privata. Fu una folgorazione. Nino Rota, senza dubbio, che ho incontrato solo una volta, per caso, una persona di una gentilezza estrema e un genio assoluto. Spesso si parla di quello che ha fatto per Fellini, ma c’era altro: andate a riascoltarvi lo score di Romeo e Giulietta firmato per Zeffirelli. Infine dico Carlo Rustichelli, musicista di Pietro Germi ma anche su un’opera come Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy».

Il vinile de La freccia nera di Riz Ortolani.

IO & LUCIO – «Lucio, sì, Lucio Fulci, ovviamente: l’incontro con lui fu fondamentale. Di recente ho visto Fulci Talks di Antonietta De Lillo e, alla fine del documentario, mi veniva da telefonargli, tanto la sua figura è ancora viva e presente. Abbiamo lavorato insieme su molti film e lui mi ha insegnato che la musica bella non sempre va bene, perché nel cinema serve innanzitutto la musica adatta alla scena, è fondamentale sia adatta, non bella. E se la trovi allora riesci a dare una spinta unica alla pellicola. Se devo citare una colonna sonora? Dico Zombi 2, primo horror girato con lui. A livello di atmosfere e fascino rimane tra gli horror che preferisco».

Lucio Fulci, maestro di generi e grande compare di Fabio Frizzi.

UNA SCELTA – «Dovessi scegliere un mio brano? Vediamo: nonostante venga spesso considerata un lavoro banale o molto più facile, in realtà è più difficile comporre musica per una commedia. Con un horror spesso puoi giocarti un cluster dissonante o qualcosa di particolare, mentre nella  commedia devi azzeccare lo stile e il mood del film. Quindi dico Fantozzi, lo score firmato con Bixio e Tempera che ha delle cose che amo molto, penso ai temi per la signorina Silvani o la ballata di Fantozzi. Era una fotografia grottesca e triste che Paolo Villaggio capì e amò molto…».

IO & VITTORIO – «Se, dopo Fulci, dovessi citare un altro regista con cui mi sono trovato molto bene? Allora farei probabilmente il nome di Vittorio Sindoni, conosciuto tanti anni fa in una fiction, Non lasciamoci più, e poi ritrovato nel 2006 con Butta la luna, Il capitano e Le ragazze di San Frediano in una stagione nuova, con tanta energia. Vittorio è ormai uno di famiglia e l’ultima cosa che abbiamo fatto insieme è stata Abbraccialo per me, con Stefania Rocca, altra opera importante su un certo tipo di disabilità».

Stefania Rocca e Moisè Curia in Abbraccialo per me di Vittorio Sindoni.

I COMPOSITORI – «Sui compositori contemporanei, confesso, comincio a essere un po’ meno attento, anche se più che alla visione americana, rimango sempre legato e innamorato del modo europeo di scrivere musica da film, dove c’è sempre una melodia che ti porti a casa quando il film o la serie è finita. Rimango comunque convinto che Vangelis sia stato un genio nonché un grande ispiratore, che su Forrest Gump un autore come Alan Silvestri abbia fatto un lavoro incredibile e che John Williams rimanga un gigante, capace di attingere dalla scuola russa di Ciaikovski e portarla poi in scena a Hollywood. E non è poco…».

  • SOUNDTRACK | La nostra sezione dedicata alle colonne sonore
  • IL TRIBUTO | L’omaggio di Frizzi a Fulci in concerto:

  

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