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Ezio Bosso | La magia della musica, il coraggio e il ricordo di Gabriele Salvatores

La morte del compositore ha colpito in modo (molto) profondo anche il mondo del cinema

Ezio Bosso
Ezio Bosso

ROMA – Migliaia di commenti addolorati, ma senza un filo di retorica. Oggi sui social – e non solo – il volto di Ezio Bosso compare dappertutto, assieme ai suoi pensieri sulla vita e sulla musica, il suo grande amore. Il pubblico lo amava davvero, ne ammirava il coraggio, quella genuina voglia di vivere che traspariva dal suo sorriso in ogni occasione, nonostante la malattia degenerativa che lo affliggeva da anni. La sua morte, avvenuta ieri a soli 48 anni, ha colpito tutti nel profondo. Oggi allora è il momento giusto per ricordare quanto sia stato importante un musicista del suo livello e quanto anche il mondo del cinema gli debba. Ezio Bosso, per dirne una, ha curato le sonorizzazioni di alcuni film muti come The Lodger di Alfred Hitchcock e Le Voyage dans la lune di Georges Méliès, ma negli anni ha lavorato direttamente a diverse colonne sonore.

Ezio Bosso
Ezio Bosso durante un concerto

Il debutto nel mondo del mondo di celluloide avviene nel 1999 con Un amore di Gianluca Maria Tavarelli, storia di un relazione sentimentale che cresce negli anni, tra avvicinamenti e separazioni, con Lorenza Indovina e Fabrizio Gifuni. Sempre per Tavarelli cura la colonna sonora di Qui non è il paradiso, seguita da Rosso come il cielo di Cristiano Bortone, nel 2004 e da Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati, con Donatella Finocchiaro e Luigi Lo Cascio (rivedilo su CHILI).

Ezio Bosso
Ezio Bosso e Gabriele Salvatores

«Ezio Bosso? Un cinefilo puro». Parola di Gabriele Salvatores che con Bozzo diede vita ad una collaborazione che portò alla realizzazione di ben tre colonne sonore, Io non ho paura, Quo vadis, Baby? (rivedetelo su CHILI) e di Il ragazzo invisibile (lo trovate su CHILI). Tutto comincia nel 2003 con l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, storia d’amicizia tra due bambini in un borgo rurale del sud degli anni ’70. La colonna sonore vale a Ezio Bosso la candidatura ai David di Donatello e la possibilità di lavorare ad uno spettacolo teatrale intitolato Io Non Ho paura: 14 danze per bambini intorno a un buco. Tra filastrocche e violini, la musica di Bosso, accompagna la crescita di Michele e Filippo, che grazie al loro sodalizio sono riusciti a proteggere la loro innocenza dalla violenza degli adulti. Il tema più noto è Rumba verso il buco, una traccia pieno di forza.

Nel 2005, con Quo vadis, baby? tratto dal romanzo di Grazia Verasani, le note di Bosso si fanno più mature per accompagnare la storia di Angela, detective privata che torna a confrontarsi con un grande dolore della sua vita. Ezio Bosso arrangia  per l’occasione un classico della PFM, Impressioni di settembre. Il risultato è davvero notevole. Nel 2015, l’ultima esperienza con Gabriele Salvatores è alla colonna sonora di Il ragazzo invisibile, per la quale Ezio Bosso ottiene una nuova candidatura ai David. Un film in cui il giovane protagonista deve destreggiarsi con superpoteri sconosciuti, difficili da gestire. E questo ci fa pensare proprio a Bosso. Al suo grande potere, tutto racchiuso in una frase: «La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno la bacchetta come i maghi».

Qui la colonna sonora de Il Ragazzo Invisibile:

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