MILANO – Solitamente quando si usa il termine hikikomori, quei pochi che l’hanno già sentito lo associano al Giappone, perché la stessa parola lo è e il fenomeno si è originato in terra nipponica. Col passare degli anni, però, si è esteso anche al resto del mondo, compresa l’Italia. Gli hikikomori sono dei ragazzi che hanno rinunciato alla loro vita sociale, per un disagio interiore o perché non sentono il bisogno di averne una, e passano le loro giornate chiusi in casa o nella loro stanza, confinati dentro quattro mura che hanno assunto la forma dei confini di tutto il loro mondo. È un fenomeno nascosto, di cui non conoscono l’esistenza. Per questo Ugo Piva e Michele Bertini Malgarini hanno realizzato il documentario Essere hikikomori. La mia vita in una stanza, in onda su Sky Documentaries il 29 gennaio alle 21.15. Attraverso le testimonianze di quattro giovani hikikomori italiani e di Marco Crepaldi, fondatore dell’associazione Hikikomori Italia, ci aprono le porte per conoscere le vite di questi ragazzi, le motivazioni dietro le loro scelte e il susseguirsi incessante delle loro giornate. In una chiacchierata via Zoom, i registi ci hanno raccontato il loro documentario.
L’intervista per Essere hikikomori. La mia vita in una stanza è di Ileana Dugato:
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