ROMA – Eros Puglielli e il suo Nevermind finalmente escono in sala. La nuova operazione fuori di testa del regista romano è un vortice di nonsense e innovazione come non se ne vedono spesso nel panorama nostrano. E che, dietro la follia, nascondono l’amore adolescenziale per i Monty Python e una produzione di soli tredici giorni di riprese. Una pazzia che Puglielli racconta ad Hot Corn con il sorriso – condivisa con un grande cast: Paolo Sassanelli, Giulia Michelini, Massimo Poggio e Andrea Sartoretti -, mentre presenta il suo nuovo film, in sala dal 1 agosto.

NEVERMIND – «Verità? Sì, ci sono degli spunti che abbiamo preso dal reale per la realizzazione del film, ma l’importante era che il tutto risultasse molto omogeneo. È stato un lavoro duro, che ha richiesto un tipo di scrittura molto particolare e le diverse fasi avevano ognuna la propria esigenza. A volte avevamo l’impressione che sarebbe stato impossibile raccontare queste storie, poi, come per meraviglia, trovavamo la maniera di farcela.»

13 GIORNI – «La lavorazione è stata, ovviamente, molto peculiare. Un primo e piccolo pezzo è stato girato ben cinque anni fa, ma è stato comunque inserito nel film. Per il resto ci abbiamo messo tredici giorni a girare e questo è stato possibile soltanto perché avevamo dietro una produzione davvero devota. L’atmosfera era così piena di divertimento e noi eravamo così tanto felici ed euforici che siamo arrivati quasi a non contare più i giorni che ci restavano. Avevamo una chimica che l’industria non ha ancora capito, quella composta non solo dai soldi, ma dalle persone.»

BACKGROUND – «I riferimenti? Di sicuro i Monty Python, sono un mio amore adolescenziale e me li porto sempre dietro. Ma, per il resto, nel mio background c’è tanto cinema sperimentale, anche se quando mi metto al lavoro su di un progetto non è che ci penso poi tanto nello specifico a questi rimandi, è il mio bagaglio personale che inconsciamente prende poi forma di volta in volta. Nevermind è una commedia psichedelica, è la definizione che crea meno problemi, ed è su questo principio che si fonda tutto il tessuto del film».

PSICOLOGIA – «La psicologia non è uno dei tratti principali dell’opera, come si potrebbe pensare. Piuttosto parla del saper capire quale persona si ha davanti e vedere se è in grado di ascoltarti. Non sempre sappiamo perché una persona ci dà determinati consigli. In ogni caso non voglio aggiungere di più per non togliere la sorpresa allo spettatore, ma bisogna tenere a mente che questo che ho detto è il filo rosso del film».

FILM A EPISODI – «Sono pochi i film prodotti che hanno una struttura ad episodi. Non ho dati alla mano, ma credo che sia un preconcetto quello di dire che sono film non destinati a piacere o ad avere successo. Ci sono tanti film che conosciamo che dividono la narrazione in episodi e c’è qualcosa di piacevole, mentre si scrive e dirige, nell’entrare e uscire a proprio volere in una storia per poi trattarne un’altra. Poi, possiamo anche darci delle regole e dire di non fare film in un determinato modo, ma nulla può assicurarci la base per il successo».
Ecco il trailer di Nevermind:
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