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Enrico Lo Verso: «Pirandello? Moderno da sempre. Tarantino? Come una tragedia greca»

L’attore porta in scena Uno, nessuno, centomila e qui racconta di teatro, cinema e de Le Iene…

Enrico Lo Verso in versione Uno, nessuno, centomila da Pirandello.

ROMA – «La cosa che mi sconvolge quando porto Pirandello a teatro? La reazione del pubblico, l’introspezione che il testo riesce ancora oggi a suscitare nelle persone, a metà strada tra psicologia e filosofia. Lo spettatore si immedesima e torna a rivederlo». Così Enrico Lo Verso racconta la sua esperienza con Uno, nessuno, centomila, che ora arriva il 16 gennaio a Milano, sul palco del Teatro San Babila, dopo un giro d’Italia che ha segnato il sold out per oltre 250 repliche con 200mila spettatori. Nemmeno a dirlo, l’opera – diretta da Alessandra Pizzi – supera la prova del tempo come solo i grandi testi sanno fare, vedi Vincenzo Cerami e la rivisitazione di Un borghese piccolo piccolo al Parenti di cui vi abbiamo parlato qualche settimana fa. Ecco cos’ha raccontato Lo Verso a Hot Corn.

Lo Verso in un momento di Uno, nessuno, centomila.

IL TESTO «Credo che se un testo supera la prova del tempo è perché contiene qualcosa di moderno, qualcosa di pensato per la contemporaneità. Un documentario può parlare del passato, un libro o una pièce teatrale rimangono immortali perché guardano al quotidiano. Che poi questa era una cosa che diceva lo stesso Pirandello: a teatro il pubblico deve vedere uno spettacolo che già è stato filtrato, altrimenti se vuole il puro testo può anche leggerselo a casa…».

Ancora l’attore nella pièce tratta da Pirandello.

IO E IL PUBBLICO «Una mia abitudine: accogliere il pubblico a teatro, aspettarlo nel foyer per presentarmi. In questo caso il saluto ha una doppia valenza. Il teatro parla del gioco delle maschere, quindi a maggior ragione per il pubblico è importante vedere prima Enrico, poi Vitangelo e poi, semmai, di nuovo Enrico. In più credo molto in un rapporto profondo con il pubblico e preferisco dare gioia a chi decide di passare una serata diversa invece che rimanere da solo dietro le quinte. Questo è il mio modo di viverle l’esperienza».

Una scena di Kaos dei Taviani, tratto da Novelle per un anno di Pirandello.

PIRANDELLO AL CINEMA «Le persone hanno paura di portare un autore come Pirandello al cinema. Ne ho parlato tempo fa proprio con Paolo Taviani che mi ha raccontato di quando, negli anni Ottanta, lui e il fratello Vittorio dissero di voler girare un film tratto da alcuni racconti di Novelle per un anno. Ne avevano parlato anche con Zavattini e la sua reazione li colpì molto. Invece poi girarono Kaos, un film bellissimo, capace di unire alla forza delle parole la forza visiva dei Taviani».

Enrico Lo Verso in una scena de Il ladro di bambini di Gianni Amelio. Era il 1992.

CINEMA ITALIANO «Il nostro cinema? Quando nel nostro Paese si era interessati al Cinema – quello vero – era un’arte in grado di prendere molte direzioni diverse. Dal neorealismo in poi, la nostra cinematografia ha influenzato tutto ciò che è venuto dopo a livello mondiale. E se si rilegge il passato, non c’è solo una tipologia di film o un’opera ad aver segnato l’industria, perché ai tempi si producevano film di tante sfumature differenti».

Lo Verso in Il turno di notte lo fanno le stelle. Lo trovate su CHILI.

FILM DA TEATRO  «Il teatro spesso lo vediamo anche al cinema, ma senza rendercene conto. Prendete un film come Le Iene di Quentin Tarantino: se ci pensate bene, alla fine non è altro che una tragedia greca costruita alla perfezione. Se si studia bene il film e la sua struttura ci sia accorge proprio di questo. Per me rivederlo significa sempre assistere all’espressione antica di dramma greco».

Harvey Keitel e Steve Buscemi ne Le Iene.
  • Trovate Enrico Lo Verso a teatro il 16 gennaio. Info qui
  • Se volete invece rivedere i suoi film, trovate la sua filmografia su CHILI.

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