ROMA – Sorriso irresistibile, parlantina tagliente e uno spiccato senso dell’umorismo che, a conti fatti, lo ha reso uno dei più grandi stand up comedian italiani. Così, quando lo chiamiamo al telefono, Edoardo Ferrario ci risponde con sincero piacere, pronto a raccontarci dei suoi spettacoli, dei suoi mitici personaggi e, anche, delle sue commedie preferite. Infatti, Ferrario, è stato il primo comico italiano a finire su Netflix (Temi Caldi, non perdetelo…) e, attualmente, è anche su RaiPlay con Paese Reale, un talk show decisamente particolare dove diventa un one man show capace di essere sia il presentatore che i tredici spassosi ospiti, trasformandosi nelle metafore irriverenti e satiriche dei vizi e delle virtù dell’italiano medio. Ma non solo, perché se capitate in libreria, allora tra i best seller potete trovare anche il suo primo libro, Siete persone cattive – Storie comiche di mostri italiani (Mondadori) nel quale, con una graffiante comicità, descrive quei mostri della porta accanto; quei mostri che si incontrano al lavoro, sulla metropolitano o, perché no, quel mostro che appare quando ci si guarda allo specchio. E dunque, se state pensando che gli manca solo il cinema, sappiate che, come ci ha confidato, è pronto a debuttare come regista. Che genere? In una commedia, ovvio!

Temi Caldi, è stato il primo spettacolo stand up comedian italiano a finire su Netflix. E il successo è stato enorme. Com’è andata?
La soddisfazione è stata enorme, fin dall’inizio. L’avventura è partita quando Netflix ha visto e reputato il mio spettacolo, considerandolo meritevole di essere distribuito. Ma è stato buffo scoprire, mesi dopo, che sarebbe arrivato in tutti i 190 paesi in cui è disponibile Netflix… così ho ricevuto commenti positivi da tutto il mondo, dall’Australia al Giappone! In fondo la comicità è un linguaggio universale, e Netflix fa questo, avvicina i comici del pianeta. Gli argomenti potrebbero essere sempre gli stessi, ma vengono declinati in base alle diverse culture. Poi, mi sono esibito all’estero, Londra, Berlino, Amsterdam. È stato fantastico…

Su RaiPlay sei in onda con Paese Reale, dove attraverso delle maschere fai satira raccontando il grottesco italiano. Qual è il tuo personaggio preferito, dovessi sceglierne uno?
Difficile dire quale sia il mio preferito, ma amo Filippo “Pips” De Angelis e Max Marzocca. Il primo è di Roma Nord, il classico tipo che parla di cose che non conosce, dall’altra parte c’è un ragazzo più ingenuo. Sono personaggi che ho fatto crescere, e molti li ho scritti tanti anni fa. De Angelis apparve già nel programma di Sabrina Guzzanti (Stati Generali ndr.), poi l’ho portato a Quelli che il Calcio…, ora, invece, è a Londra, fallito, a lavare i piatti. In fondo è quello che accade a molti giovani. Tra i nuovi personaggi mi diverte il povero Franco Taralloni, un commerciante di calzature anziano che non si abitua al mondo moderno… ma cito anche è Leonardo De Cristofari, privilegiato che vive sulle terrazze di Roma ma loda la resilienza. Sì, la resilienza, uno dei termini più abusati del momento…

Che consigli dai a chi vorrebbe iniziare una carriera da stand up comedian? Cercare l’originalità oppure rifarsi ai grandi?
Sono strade fattibili, ma bisogna essere originali e parlare una propria lingua. È inutile scopiazzare in un mercato così aperto e vasto, la propria voce va trovata, e se il mondo si accorge di te è perché è interessato al tuo punto di vista. Originalità, dunque, ma bisogna rivedere comunque i grandi, portandoli con noi. Penso a Gigi Proietti, era unico il suo modo di stare sul palco. Se sei un artista non puoi non apprezzare queste figure. Bisogna osservarle e metabolizzarle.
Sei in tv, sei su Netflix e sei in libreria con il tuo primo libro, Siete Persone Cattive… ma il cinema?
Ci ho pensato e sì, ci sto lavorando come regista. In questo momento sto scrivendo una commedia. Ma, capirai, non posso dirti molto di più…
E allora ti domando, l’Edoardo Ferrario spettatore cosa guarda?
Mi piacciono le commedie. Recentemente mi hanno colpito Palm Springs e I Predatori. Ho un debole per Seth Rogen e Judd Apatow e tutte quelle comedy uscite tra gli Anni Novanta e i Duemila. A proposito, mi auguro che i cinema riaprano molto presto. L’arte è fondamentale e non fa solo divertire. Anzi, fa respirare e fa arricchire…
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