VENEZIA – «Non direi di avere molto in comune con Eloise ma anche io, come lei, vengo dalla campagna e mi sono trasferito a Londra. Ma la mia passione per gli anni Sessanta è iniziata con la collezione di vinile dei miei genitori. Sono cresciuto ascoltando quella musica e ne ero ossessionato. Dai miei genitori però non ho mai ascoltato le storie che avrei voluto conoscere di quel periodo. Quando mi sono trasferito a Londra, 25 anni fa, mi sono reso conto che non si può sfuggire al passato. Non riuscivo a smettere di pensare a chi avesse vissuto in un determinato palazzo. C’è chi cammina per strada senza farsi domande. Io sì, e anche Krysty!». Edgar Wright racconta a Hot Corn cosa l’ha spinto ad ambientare Ultima Notte a Soho, presentato Fuori Concorso a Venezia 78 e dal 4 novembre in sala, negli anni Sessanta. Ma il regista e la co-sceneggiatrice Krysty Wilson-Cairns ci hanno anche parlato dei pericoli della nostalgia, della fotografia divisa tra il mondo di Sandy e quello di Eloise e dello sfruttamento delle donne, ieri come oggi.
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La video intervista è a cura di Manuela Santacatterina:
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