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Due sotto il burqa – La tragica Realtà nascosta dietro il Film

Una classica ed esilarante commedia degli equivoci, che tratta però un tema molto delicato.

Due sotto il burqa, l’esilarante commedia di Sou Abadi in uscita nei cinema il 7 dicembre 2017, racconta la divertente storia di Armand e Leila, una coppia innamorata divisa dal fratello di lei, musulmano radicale che decide di chiudere in casa la povera Leila, impedendole di uscire.

Armand, pur di non perderla, arriverà al punto di travestirsi da donna e, celato dal velo integrale, riuscirà a entrare nella casa di Leila spacciandosi per una sua studentessa: il suo travestimento sarà così riuscito da ingannare perfino il suo radicale fratello, che arriverà al punto di innamorarsi di “lei”.

Come si può notare, si tratta della classica ed esilarante commedia degli equivoci, che tratta però un tema molto delicato, dietro al quale si nasconde spesso una realtà che di divertente non ha proprio nulla.

 

Le musulmane invisibili: una dolorosa realtà

Sette donne musulmane su dieci non escono mai di casa: sono questi i dati di una ricerca ministeriale riportata da Quotidiano.net e ripresa da Il Giornale nel settembre di quest’anno.

Si tratta di un dato a dir poco scioccante, dal quale si evince come la donna musulmana sia spesso costretta a vivere una vita di privazioni, una vita nella quale non ha alcuna possibilità di scelta e ogni decisione è nelle mani degli uomini della sua famiglia.

Quotidiano.net ha personalmente svolto un sondaggio tra gli islamici residenti in Italia e ha fatto emergere dati allarmanti: sembra infatti che il 44% di loro non accetti di avere una figlia istruita e, men che meno, laureata; il 51%, invece, non concepisce l’idea che le loro figlie abbiano dei fidanzati cattolici; 4 musulmani su 10, infine, vieterebbero alle loro figlie di assaporare il cibo italiano.

A rincarare la dose, c’è il rapporto del Miur del 2016, incrociato con i dati Istat, secondo il quale oltre 55mila bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni, su un totale di 224mila, non andrebbero all’asilo; 30mila su 275mila, invece, non verrebbero nemmeno iscritti alla scuola elementare.

Questi dati riguardano in particolare le figlie femmine, molte delle quali, una volta raggiunta l’adolescenza, verrebbero segregate in casa dalle loro stesse famiglie.

La ricerca del Ministero dell’Istruzione si concentra soprattutto sulle famiglie di nazionalità egiziana, pachistana, bengalese e senegalese: di queste, pare che le senegalesi che frequentano la scuola dell’obbligo siano solo il 36%, mentre le egiziane scenderebbero al 33%.

Si tratta di un fenomeno allargato, che toccherebbe tutte le comunità islamiche d’Italia, anche se con piccole varianti a seconda delle regioni di residenza: al Sud, per esempio, sembra che i padri musulmani siano più aperti all’idea che le loro figlie si fidanzino con ragazzi cattolici.

 

Due sotto il burqa si ricollega direttamente a questi dati, disincarnandoli però dal loro contesto tragico e utilizzandoli invece come base per creare una storia divertente e ricca di risate: si tratta però di risate amare, dietro cui si cela una realtà troppo spesso ignorata, nella quale le donne diventano, per l’ennesima volta, vittime dell’ingiustificata violenza degli uomini.

 

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