ROMA – Quando incontrammo Jonathan Demme a Venezia, nel 2015, la prima domanda inevitabile fu: ma il personaggio di Meryl Streep in Dove eravamo rimasti è ispirato a Joni Mitchell? Il regista – già malato, sarebbe morto dopo due anni – rise e fece no con la testa, non negando però che qualcosa c’era. In realtà la rockstar Ricki Rendazzo della Streep è stata inventata dalla sceneggiatrice, Diablo Cody, Oscar per Juno e già dietro a Young Adult, che si è ispirata alla suocera, Terri Cieri, ancora oggi la voce di una band con cui prima della pandemia si esibiva durante i weekend nei locali del New Jersey. Ma la Streep ha poi messo il resto: trucco, pettinatura, la finta biografia e ovviamente la voce che dopo gli ABBA qui si cimenta in un repertorio decisamente diverso, dagli U2 a Rick Springfield che si vede con lei sul palco.
«Meryl ha creato il personaggio dalle fondamenta», spiegò la Cody, «e posso dire che ne sia diventata autrice almeno quanto me. Ascoltarla mentre recitava le mie battute mi ha fatto sentire incredibilmente fortunata. Lei eleva qualsiasi cosa dice e fa, per cui è bello, anche se ingiusto, che io ne riceva credito». Ma per chi ama la musica, Dove eravamo rimasti (lo trovate su Prime Video) è anche un bellissimo enigma da risolvere, un film zeppo di riferimenti e apparizioni, da Rick Rosas, bassista di Neil Young e membro della band di Ricki (a cui è dedicato il film, perché è scomparso poco dopo la fine delle riprese) a Bernie Worrell dei Parliament, ma ci sono anche Joe Vitale, Audra McDonald e ovviamente Springfield, rocker australiano piuttosto noto.
Ovviamente però la differenza la fa Meryl Streep: se le sue doti canore erano note molto prima di Mamma mia (e la leggenda narra che la prima scelta di Alan Parker per interpretare Evita fosse addirittura lei, non Madonna) qui si dimostra anche una credibile musicista, imbracciando la chitarra elettrica e suonando tutta la musica che si sente nel film dal vivo, niente doppiaggio e niente playback. Per i musicofili e per gli appassionati, rimane però l’assonanza tra Ricki e Joni Mitchell, a partire da quel rapporto con la figlia (che qui è interpretata dalla vera figlia della streep, Mamie Gummer): Joni nel 1965 partorì una figlia che però decise di dare in adozione, una decisione che avrebbe condizionato la sua carriera.
Joni e Kilauren Gibb – questo il nome – si sarebbero ritrovate dopo molti anni, ricostruendo un nuovo rapporto e un nuovo presente, un po’ come fa Ricki con la sua Julie. Insomma, citazioni e riferimenti infiniti, ma gustosi sono anche quelli musicali, con Meryl che si lancia su Bad Romance di Lady Gaga in versione rock (fantastica, qui) a American Girl di Tom Petty, anche se la nostra preferita rimane la sua versione di I still havent’ found what I’m looking for degli U2 (la potete ascoltare qui sotto), ballata rock che nella nuova rilettura di Meryl diventa il manifesto della sua Ricki, sempre alla ricerca di qualcosa che ancora non ha trovato…
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